Crisanti indagato per diffamazione contro la Regione Veneto

Cronaca

Il fascicolo di indagine nasce dall’esposto presentato da Azienda Zero, il braccio operativo della Regione guidata da Luca Zaia, dopo le critiche del microbiologo sui test antigenici rapidi usati in Veneto. “È dai tempi dell’inquisizione contro Galileo che non si impugna il lavoro di un ricercatore” commenta lo scienziato

Il microbiologo Andrea Crisanti è indagato per diffamazione dalla Procura di Padova . Si tratta di un atto dovuto dopo la segnalazione di Azienda Zero, braccio operativo della Regione Veneto, che risponde così alle critiche espresse dal professore in merito all'utilizzo dei tamponi rapidi da lui giudicati non attendibili. Secondo l’azienda, questa affermazione getta discredito sulla sanità veneta. “È dai tempi dell’inquisizione contro Galileo che non si impugna il lavoro di un ricercatore - commenta il microbiologo -  Se andranno avanti si renderanno ridicoli davanti alla comunità scientifica internazionale”.

Due fascicoli di indagine

Il fascicolo di indagine su Crisanti si aggiunge a quello aperto tempo fa dalla Procura di Padova sui tamponi rapidi. La magistratura vuol veder chiaro sui controversi test rapidi anti-Covid, per capire se siano veramente affidabili, come promesso dalle aziende produttrici, o in certi numeri fallaci, come afferma Crisanti sulla base di un suo studio condotto all’ospedale di Padova che dimostra come i test antigenici rapidi non intercettino il 30% dei positivi. L'uso generalizzato dei test rapidi di prima e seconda generazione - non quelli di ultima, che hanno risultati sovrapponili ai molecolari -  è da mesi al centro della polemica a distanza tra lo scienziato e il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha fatto raggiungere alla Regione il record di tamponi grazie anche all'uso dei 'rapidi'.

Padova indaga su affidabilità dei test rapidi

L'ipotesi, tutta da verificare, è se i tamponi rapidi possano aver dato una percentuale di falsi negativi più alta di quella promessa, favorendo la circolazione, soprattutto nelle Rsa, di sanitari e personale che in realtà potevano non essere negativi al virus.

Lo studio di Crisanti

Dalle colonne del quotidiano La Stampa, Crisanti spiega come è arrivato alle sue conclusioni: “Ho testato in laboratorio i tamponi antigenici scelti dalla Regione confrontandoli con i molecolari e sono affidabili al 70 per cento, meno del dichiarato. E’ un problema di quel tipo di tamponi, che si possono usare per screening di massa su scuole e aziende, ma se li si adotta al posto dei molecolari si commette un’imprudenza e questo è quello che volevo dimostrare con la mia ricerca”.

 

La risposta di Zaia

 

Sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: "Mi è stato chiesto di andare in audizione in commissione regionale e sarò presente martedì con i tecnici della Regione che ci metteranno come al solito la faccia e daranno la loro versione. Se qualcuno non sarà rimasto soddisfatto che vada pure in Procura. Ma da qui a far passare i nostri tecnici per cialtroni o peggio, dico di no a questo gioco".

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