“Cala” Cimenti, chi era lo scialpinista che aveva conquistato Dhaulagiri e Nanga Parbat

Cronaca
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E' morto insieme all’amico Patrick Negro dopo essere stato travolto da una valanga in Alta Valle di Susa. Escursionista esperto, è stato il primo italiano a vincere lo Snow Leopard e nel 2019, in Pakistan, aveva salvato la vita sul Gasherbrun VII al compagno di scalata Franco Cassardo, rimasto gravemente ferito

È morto sulle montagne di casa, quelle che conosceva fin da bambino, Carlalberto “Cala” Cimenti. Lo scialpinista, 45 anni, ha perso la vita nel pomeriggio dell’8 febbraio in Alta Valle di Susa, travolto da una valanga con l'amico e compagno di escursione Patrick Negro, anche lui deceduto.

Sulle vette più alte del mondo

“Cala”, che avrebbe compiuto 46 anni il 14 febbraio, aveva iniziato a scalare da giovanissimo, tanto che a dodici anni era già sulla cima al Monte Bianco. Nel 2015 è diventato il primo italiano a vincere lo Snow Leopard, il riconoscimento dato a chi raggiunge le cinque vette alte oltre 7.000 metri che si trovano nell'ex Unione Sovietica, nelle montagne del Pamir e nel Tian Shan. Due anni dopo aveva raggiunto la cima del Dhaulagiri (8.156 metri), scendendo con gli sci da 7.000 metri. Nel 2018 in Nepal, mentre si trovava a 5.000 metri d’altezza, aveva chiesto di sposarlo a sua moglie Erika. Nel 2019 poi la conquista della vetta del Nanga Parbat - la nona vetta più alta del mondo - e nello stesso anno, sempre in Pakistan, l’incidente che gli era quasi costato la vita sul Gasherbrun VII, quando aveva salvato la vita al suo compagno di scalata Franco Cassardo, rimasto gravemente ferito dopo essere precipitato con gli sci.

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Carlalberto “Cala” Cimenti
Carlalberto “Cala” Cimenti - ©Ansa

Il Covid-19 e gli ultimi selfie

Il 18 marzo 2020, “Cala” aveva fatto sapere sui social di aver contratto il Covid-19, e aveva raccontato: “Adesso la mia attenzione non è più al chilo o meno che ho preso per poter volare quella vela o no, ma è fissa alle tacchette del termometro, ad ogni respiro che non deve essere peggio di quello precedente. E così vado avanti, giorno dopo giorno. Il mio obiettivo ora non è arrivare in cima a una montagna, ma arrivare al giorno dopo nelle stesse condizioni attuali o, magari, anche un pochino meglio. Comunque oggi è il mio ottavo giorno di malattia e ci sono ancora! Non mollo!”. L’ultimo post su Facebook risale a poche ore prima dell’incidente in cui ha perso la vita, quando postando alcune foto ha scritto: “Oggi mi sono dilettato in una nuova tipologia di selfie: i selfie in movimento, ispirato da uno scenario sempre magico, quello del fuoripista dei 13 laghi”.

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L’incidente

Cimenti e Patrick Negro sono stati recuperati dal Soccorso Alpino, allertato dai carabinieri, nella zona della Cima del Bosco e del Col Chalvet, al confine tra i comuni di Cesana e Sauze di Cesana. A chiamare i soccorsi sono stati i familiari, preoccupati di non aver visto i due amici rientrare. La valanga è precipitata a valle per circa duecento metri lungo un canale: individuata con il binocolo, i soccorritori, con l'unità cinofila, sono andati sul posto e hanno captato il segnale dell'Artva, l'apparecchio per la ricerca del travolto da valanga, che i due scialpinisti indossavano. Con l'uso delle sonde i corpi dei due sono stati individuati e recuperati.

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