Era a casa malato da alcuni giorni ma non era stato sottoposto al tampone nonostante la richiesta dei familiari. Sabato sera l‘inutile corsa in ospedale in seguito a un arresto cardiaco
Jonathan Mangone aveva 39 anni e lavorava come cassiere in un supermercato di Livorno. È morto dopo alcuni giorni di febbre alta, trascorsi a casa sotto la cura del medico di base in attesa del tampone, che avrebbe fatto solo nel caso fosse peggiorato. Non ce n’è stato il tempo perché l’uomo è improvvisamente peggiorato sabato scorso. Trasportato in arresto cardiaco con l'ambulanza al pronto soccorso, nonostante i tentativi di rianimarlo, non è riuscito a superare la crisi ed è deceduto.
La famiglia annuncia un esposto in Procura
Secondo quanto denunciato dai familiari, l'uomo aveva la febbre alta già da 4 giorni e il suo medico di famiglia gli aveva prescritto alcuni medicinali, eparina, cortisone e antibiotico e, solo se non fosse migliorato, gli avrebbe fatto fare il tampone nella giornata di lunedì 9 novembre. La situazione è però precipitata il 7 e il test sulla positività al coronavirus, effettuato post mortem, ha dato esito positivo. I familiari, che hanno chiarito che il ragazzo non aveva alcuna malattia pregressa, hanno preannunciato che presenteranno un esposto in Procura per far luce sulle circostanze della morte.