Nato a Modena nel 1926, è deceduto a 94 anni. Fu costretto all'esilio a causa delle leggi razziali contro gli ebrei. Iniziò la carriera giornalistica a Buenos Aires ed è stato consigliere per le relazioni esterne del Quirinale con Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano
È morto a 94 anni lo scrittore e giornalista Arrigo Levi. Lo riporta La Stampa, quotidiano di cui era stato direttore dopo essere stato inviato speciale del Corriere della Sera. Nato a Modena il 17 luglio 1926, con la famiglia fu costretto all'esilio a causa delle leggi razziali contro gli ebrei. Nel corso della sua carriera ha lavorato con il quotidiano di via Solferino, Il Giorno, per poi arrivare alla direzione del giornale torinese. Dal 1999 al 2006 è stato consulente per la comunicazione della presidenza della Repubblica, con Carlo Azeglio Ciampi, poi consulente personale del presidente Napolitano fino al 2013.
La carriera di Arrigo Levi
Gli inizi nel giornalismo risalgono agli anni '40 a Buenos Aires, città nella quale la famiglia si era rifugiata per sfuggire alle persecuzioni razziali e dove lui finisce in carcere giovane studente per aver partecipato alle manifestazioni contro Peron. Lì comincia a collaborare con L'Italia libera, il giornale del Partito d'Azione. Dopo la laurea in Filosofia a Bologna si arruola nell'esercito israeliano, poi lavora alla Bbc, alla Settimana Incom, alla Gazzetta del Popolo per infine approdare al Corriere della Sera nel 1955, prima come corrispondente da Londra, poi da Mosca. Divenne poi direttore de La Stampa nel 1973 e fino al 1978: ''Sarà mio impegno mantenere a La Stampa la sua chiara e forte fisionomia di organo indipendente (...) che con l'ampiezza dell'informazione vuole favorire la crescita di una società italiana illuminata e matura'', dice presentandosi alla redazione. E tra i suoi meriti c'è quello di aver fondato Tuttolibri, testata autonoma dedicata alla cultura assolutamente anomala nel panorama del tempo. A La Stampa tornò poi come editorialista nel 2005 chiamato dall'allora direttore Giulio Anselmi. Fu a lungo editorialista del Times e autore di una rubrica su Newsweek in inglese. Ma appunto il suo spirito innovativo e poliedrico lo portò presto verso la televisione, e fu conduttore e coordinatore del Tg Rai, dove realizzò memorabili dirette sulla Guerra dei sei giorni combattuta nel 1967 tra arabi e israeliani e sull'invasione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968.
I libri e i premi letterari
Levi è autore di 26 libri, libri, tra cui: Dialoghi sulla fede (2000), America Latina: memorie e ritorni (2004), Cinque discorsi fra due secoli (2004), Un paese non basta (2009), Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano (2010, racconto della vita di Carlo Azeglio Ciampi), tutti per Il Mulino, e Gente, luoghi, vita (Aragno, 2013). Ha ottenuto il Premio Trento per il giornalismo ('87), il Premio Luigi Barzini come miglior corrispondente ('95) e il Premio Ischia Internazionale (2001). Nel maggio 2008 vince la seconda edizione del premio letterario Giorgio Calcagno. Nel maggio 2012 il premio giornalistico nazionale «Novara diventa - La tradizione di innovare». Nel 2013 il premio di cultura politica Giovanni Spadolini.
La morte dopo un lungo ricovero
Arrigo Levi è deceduto nella sua casa romana dove era tornato dopo un lungo ricovero dovuto a problematiche legate all'età. Prima di morire, nella stanza d'ospedale dove ha passato gli ultimi giorni prima di essere trasferito a casa nella capitale, ha cantato l'inno d'Israele (La speranza) e una filastrocca modenese che probabilmente gli era cara dall'infanzia. I funerali saranno in forma privata a Modena nei prossimi giorni.
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