Ieri sera, nel paese in provincia di Taranto, la prima cittadina è intervenuta durante una manifestazione fermando le forze dell'ordine. Le proteste erano contro un "rosario per la famiglia" organizzato dal parroco locale contro, tra le altre cose, il disegno di legge contro l’omotransfobia
Un paese da nemmeno diecimila abitanti in provincia di Taranto, Lizzano, e una sindaca, Antonietta d’Oria, che difende la prostesta di un gruppo Lgbt+ contro i carabinieri. È successo ieri, 14 luglio, davanti alla chiesa della cittadina, quando la sindaca ha bloccato l'intervendo delle forze dell'ordine chiamate dal parroco che stava dicendo un "rosario per la famiglia" contro, tra le altre cose, il disegno di legge contro l’omotransfobia.
I Carabinieri chiamati dal parroco
I militari, chiamati a quanto pare dal parroco, avevano iniziato a identificare i manifestanti quando è arrivata la sindaca Antonietta D’Oria, che ha difeso le ragioni del dissenso alla preghiera in corso. La prima cittadina, poi, ha scritto anche un lungo post su Facebook per prendere le distanze dall'iniziativa del parroco.
Il post su Facebook
"Noi da questa iniziativa prendiamo, fermamente, le distanze. Certo non sta a noi dire quello per cui si deve o non si deve pregare, ma anche in una visione estremamente laica quale è quella che connota la attuale Amministrazione Comunale, la chiesa è madre e nessuna madre pregherebbe mai contro i propri figli. Qualunque sia il loro, legittimo, orientamento sessuale". Questa una parte del lungo post condiviso dalla sindaca dopo che la notizia della sua incursione è arrivata su tutti i giornali e siti italiani. "Ecco, senza voler fare polemica, ma con il cuore gonfio di tristezza, tanti altri sono i motivi per cui raccogliere una comunità in preghiera. - conclude infine la sindaca - Certo non contro chi non ha peccato alcuno se non quello di avere il coraggio di amare".