Coronavirus, lettera medici del pronto soccorso di Pavia: “Noi, prima eroi e ora accusati"

Cronaca

I sanitari dell'ospedale San Matteo: “Abbiamo sperimentato la paura, la tristezza, la desolazione. Oggi riceviamo richiami segnalazioni, esposti in Procura. Abbiamo vissuto un incubo, ma questo epilogo lo è ancora di più”

Sono stati considerati eroi, nel pieno della pandemia, ma oggi a distanza di un paio di mesi si sono ritrovati al centro di denunce per le morti causate dal coronavirus (AGGIORNAMENTI IN DIRETTASPECIALE). Sono i 19 medici del pronto soccorso dell’ospedale San Matteo di Pavia, che in una lettera al quotidiano La Provincia Pavese hanno espresso il loro malcontento per quel che sta accadendo. “Abbiamo sperimentato la paura, la tristezza, la desolazione, l’impotenza, siamo stati chiamati eroi... Oggi riceviamo richiami, segnalazioni, esposti in Procura... Se quello che abbiamo vissuto ci è sembrato un incubo questo epilogo lo è ancora di più”, spiegano i sanitari del nosocomio lombardo.

"Esposti avvilenti se si pensa alle fatiche fatte"

Il pronto soccorso di Pavia è stato uno di quei luoghi in prima linea nella lotta al Covid-19, con punte di 300 accessi al giorno nel periodo nero, quando l’ospedale di Lodi veniva sopraffatto dall’emergenza e Cremona aveva esaurito i posti letto.  “Il cambio di atteggiamento si vede in tivù, si sente, si percepisce nelle piazze — spiega al Corriere della Sera il direttore del reparto, Stefano Perlini, che ha condiviso lo sfogo con i suoi colleghi —. Sembra che il problema sia solo quello di capire di chi è stata la colpa di tanto dolore. Ora, gli esposti non riguardano il nostro gruppo di lavoro, ma è comunque avvilente, soprattutto se si pensa alle fatiche fatte, all’energia profusa e anche a quel clima di solidarietà, di umanità che si era creato”.

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