Annalisa Malara ha spiegato che la polmonite in atto sul paziente e il collegamento con la Cina sono stati determinanti: "Mettendo insieme questi elementi, la possibilità seppur remota ma plausibile c’era". E sul lockdown: "Sacrifici degli italiani hanno dato risultati"
La polmonite e il collegamento con la Cina. Sono stati questi i due elementi che hanno spinto Annalisa Malara, anestesista 38enne dell'ospedale di Codogno, a effettuare il tampone su Mattia e a scoprire il primo caso accertato di Coronavirus in Italia (AGGIORNAMENTI - SPECIALE). A ricostruire quei momenti attorno al 21 febbraio, giorno in cui viene ufficializzato che il Covid-19 è anche nel nostro Paese, è stata la stessa Malara a Sky Tg24: "Il racconto della moglie che lo collegava, anche se in modo molto labile, alla Cina messo insieme alla gravità del quadro clinico e ad alcuni dati sulla polmonite e agli esami di laboratorio, che potevano correlare questa polmonite con una causa virale, ci ha fatto proseguire l’iter diagnostico senza escludere nulla a priori". (IL PAZIENTE 1: "IO A UN PASSO DALLA MORTE").
"Ecco perché ho pensato al Coronavirus"
L'anestesista ha spiegato che il percorso diagnostico è iniziato sin dall'ingresso in pronto soccorso del paziente. "Era giovane, sano, senza patologie ed era entrato con un grado di polmonite inizialmente leggero, ma che nell’arco di pochissime ore si è trasformata in una polmonite gravissima senza nessuna risposta alla terapia messa in atto in quel momento. La gravità di questa polmonite - continua Malara - ha acceso un campanello dall’allarme proprio perché non guariva. Sono stata io la prima persona a citare la parola Coronavirus, proprio perché, mettendo insieme questi elementi, la possibilità, seppur remota ma plausibile, che si trattasse di Coronavirus c’era".
"Condivisa con l'ospedale l'idea di fare il tampone"
Malara ha comunque precisato che "l’idea di fare comunque quel tampone, è stata un’idea condivisa con il mio primario e con i primari di microbiologia e malattie infettive dell’ospedale di Lodi e la direzione sanitaria dell’ospedale, ed era comunque volta a tutelare al meglio un paziente giovane che stava morendo”.
"Spero si possano includere donne nel Cts"
Rispondendo a una domanda sul fatto che nel comitato tecnico scientifico non è presente nemmeno una donna, l'anestesista ha risposto: “Spero che si possa porre rimedio a questa cosa. Chiedo di includere le donne e l’aspetto femminile anche in questa task force”.
"Sacrifici italiani hanno portato risultati concreti"
Malara ha infine promosso le misure messe in atto per provare ad arginare la diffusione del contagio: “Hanno richiesto tantissimi sacrifici individuali a tutta la nazione hanno portato dei risultati estremamente forti e concreti. Siamo riusciti ad avere una netta pressione minore dal territorio con l’ingresso dei pazienti Covid ai pronti soccorso molto minore rispetto alla fase di picco. Da noi da un picco massimo di 26 adesso siamo a 10 pazienti Covid”.