La struttura ha dovuto sospendere la riapertura e, in mancanza degli introiti derivanti dai biglietti di ingresso, si trova in difficoltà per pagare cibo e medicinali per gli animali. "Comprate un biglietto di ingresso a data aperta", chiedono i titolari
Mancheranno presto i fondi per comprare il cibo e sfamare gli animali. Tra le altre cose, l'emergenza coronavirus mette a rischio il Safari Park di Pombia, in provincia di Novara. Il grande parco zoologico, che ospita oltre 600 animali, lancia l'allarme: "I nostri Animali necessitano di assistenza, derrate alimentari, farmaci ed integratori per decine di migliaia di euro e l'interruzione così brusca delle attività sta mettendo a dura prova finanze e relative forniture".
I mancati introiti
Fondato nel 1976, il parco si estende per oltre 400.000 metri quadrati sulle colline tra il Ticino e il Lago Maggiore. A fine febbraio il parco avrebbe dovuto aprire i battenti per la nuova stagione primaverile-estiva, ma l'esplosione dell'epidemia di Coronavirus ha bloccato ogni attività, azzerando gli introiti. Ed ora emerge il serio problema degli approvvigionamenti di cibo per gli animali.
L'acquisto di biglietti a data aperta per aiutare
"Chiediamo - dicono alla direzione del Safari Park - sostegno attivo ai centri commerciali, supermercati, negozi di alimentari frutta e verdura, panifici, alle aziende produttrici o agricole nel poterci donare quanto per loro superfluo o non piu' idoneo alla vendita". I gestori del parco lanciano anche un altro appello: "Non richiediamo donazioni, ma semplicemente l'acquisto di un biglietto di ingresso a data aperta sul nostro shop on line sul sito. Il Biglietto lo si potrà poi utilizzare per tutta la stagione non appena la situazione di emergenza sarà rientrata. E' possibile anche donarlo come regalo per un evento o celebrazione. Questo piccolo gesto ci permetterà di potere sostenere i servizi essenziali e non dovere ricorrere a
drastiche e più drammatiche decisioni".
La collaborazione con l'università di Veterinaria
Il parco di Pombia rappresenta una eccellenza del settore: da diversi anni ha stipulato un accordo di collaborazione con la facoltà di Medicina veterinaria dell'Universita' degli Studi di Torino sui progetti di ricerca che riguardano la patologia e il benessere degli animali allevati e sulla conservazione di alcune specie a rischio d'estinzione.