Le giornate in casa con i bambini al tempo del coronavirus. VIDEO

Cronaca

Marco Cattaneo

Dopo la sfida al virus come una finale di Coppa del Mondo, il collega di Sky Sport Marco Cattaneo racconta con la sua voce e i suoi disegni queste strane giornate con i bimbi in casa

“Metti subito giù il fratellino!” ha ordinato la mamma, con un tono un po’ più severo del solito. Quando si è accorta di aver urlato un po’ troppo, mi ha passato una mano tra i capelli impiastricciati dall’antipediculosi.

La capisco io, la mamma: ieri ha dovuto salvare mio fratellino dall’esperimento di mia sorella grande, che visto che non va a scuola e deve ripassare gli egizi ha pensato bene di imbalsamarlo con la carta igienica del bagno rosso, facendo contemporaneamente urlare papà (perché la carta igienica era finita) e la mamma (perché fratellino era diventato blu).

Vi dirò, stare a casa ha i suoi lati positivi: ho i miei giochi, il canestro anche se la palla di spugna ormai è grande quanto un mandarino, i puzzle il lego la macchina radiocomandata il videogioco del calcio il subbuteo l’album delle figurine i rollins dixit Cluedo Monopoli bancomat la televisione il mercante in fiera le canzoni di Gabbani e dei Pinguini Tattici. 

E poi ci sono mamma e papà, anche se spesso sono al computer, o al telefono, o ascoltano le notizie al telegiornale, e discutono, e parlano coi nonni al telefono, e una volta mamma ha pianto. 

Però mi mancano i miei amici.

Pure la scuola, pure Ba Be Bi Bo Bu, e i banchi e la maestra Adele che urla se corriamo. E i nonni, e arte al lunedì basket al mercoledì e teatro al venerdì.

E poi mi manca da matti il calcio.

Le partite ai giardinetti con Tommy e Lorenzo e Matti e Matte e William. E Sofia. 

E’ per questo che la mamma mi ha chiesto di mettere giù il fratellino: lo stavo incastrando tra la spada laser di guerre stellari e la mazza in plastica da hockey su prato, ma senza cattiveria, solo perché mi serviva la traversa per fare la porta. 

Perché io l’ho capito bene, in questi giorni: bisogna ingegnarsi, usare la fantasia e la creatività, arrangiarsi con quel che si ha. Mia sorella si è fatta l’orto in casa, piantando un fagiolo nel vasetto del basilico. Dice che inventerà gli spaghetti al pesto e fagioli, e aprirà un ristorante, e tra qualche anno, nelle interviste, quando le faranno la domanda specifica, lei racconterà di avere capito tanto, in queste settimane: “vi sembrerà incredibile, ma ho cercato di trovare il meglio anche in un periodo così brutto e triste, che il meglio non ce l’ha”, dirà. 

"Quando tutto finirà, Annuserò ogni margherita che incontrerò!" continua a ripetermi, e poi aggiunge: “chissà come mai ho dovuto aspettare questo odioso virus, per chiedermi quanto siano profumate le margherite!”, e si dilunga in altri esempi strani e strampalati di questo tipo, e io vorrei dirle "Che pizza annusare le margherite!", ma poi mi viene in mente di quando il venerdì sera, coi cuginetti, andavamo a mangiare proprio la pizza margherita (coi würstel e le patatine, chiaro) e mi viene un po' di magone.

Ma anche ora che mamma mi ha privato della mia traversa, e sto pensando a come usare allora il fratellino, se come freccia dell'arco o come aspirapolvere spaziale, continuo a pensare a quando tornerò a scuola, e la maestra mi chiederà: "Dimmi un po’... Qual è il giorno in cui ti sei sentito più forte, e coraggioso, che avresti potuto spazzare via pure Voldemort con una mossa di arti marziali?" io so già che risponderò "Ai tempi del Coronavirus, maestra Adele!"

Perché l’ho capito bene, amici miei, ed è bene che lo capiamo tutti quanti, che se stiamo a casa, ci laviamo le mani, ascoltiamo cosa ci dicono mamma e papà, e i dottori, e se quando Corona bussa noi non apriamo la porta, tutto passerà.

E allora si, finalmente: tornerò a fare le impennate con la bicicletta, il fratellino sulla canna, mentre mia sorella annuserà le sue adorate margherite, e mangerà pesto e fagioli.

Mentre il sole, ancora una volta. splenderà forte in cielo.

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