Secondo gli accertamenti degli inquirenti ammonterebbe a tanto il flusso di denaro proveniente da conti riconducibili a Gelli e Ortolani e diretto agli organizzatori e ai Nar, accusati in concorso con Bellini di essere gli autori materiali della strage del 2 agosto 1980
Ammonterebbe a circa cinque milioni di dollari il flusso di denaro proveniente da conti riconducibili a Licio Gelli e Umberto Ortolani e diretto agli organizzatori e ai Nar, accusati in concorso con Bellini di essere gli autori materiali della Strage di Bologna. È quanto ricostruito dagli investigatori nella nuova inchiesta sull’attentato del 2 agosto 1980, che fece 85 morti e oltre 200 feriti: nella giornata dell'11 febbraio, la Procura generale di Bologna ha notificato quattro avvisi di fine indagine, accusando la P2 e Gelli di essere i mandanti della strage.
Soldi dal '79 fino a depistaggi successivi alla strage
La cifra complessiva emergerebbe dagli accertamenti che hanno analizzato documenti secondo cui i soldi sono indirettamente e a più riprese transitati, da febbraio 1979 e fino ai depistaggi successivi al 2 agosto 1980, dai conti dei due membri della P2.
Le indagini della Procura: Gelli e P2 tra i mandanti
Ieri la Procura generale di Bologna ha notificato quattro avvisi di fine indagine. Tra i destinatari, Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, ritenuto esecutore che avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi - questi quattro tutti deceduti e ritenuti mandanti, organizzatori o finanziatori - oltre che in concorso con i Nar già condannati. L'avvocato Andrea Speranzoni, per conto dei familiari delle vittime, ha fatto sapere che proprio "l'ipotizzato concorso in strage di Gelli, Ortolani, D'Amato e Tedeschi è una novità assoluta che ci fa ritenere che questo processo possa cambiare la storia di questo Paese".