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Treno deragliato a Lodi, interrogati gli operai: "Scambio in posizione corretta"

Cronaca

Sono stati sentiti fino alla tarda notte tra ieri e oggi, 9 febbraio, i cinque tecnici indagati nell'inchiesta sul deragliamento di un Frecciarossa che ha provocato la morte di due macchinisti. Sono accusati di aver "svolto un'attività non adeguata" causando l’incidente

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"Lo scambio era in posizione corretta". Questa la versione dei cinque operai di Rfi (Rete ferroviaria italiana) indagati nell'inchiesta sul deragliamento del Frecciarossa all'altezza di Ospedaletto Lodigiano, nella campagna lombarda, che ha provocato la morte di due macchinisti e il ferimento di 31 persone (CHI SONO I MACCHINISTI - FOTO - VIDEO). Tutti gli indagati, sentiti fino alla tarda notte tra ieri e oggi, 9 febbraio, hanno sostanzialmente confermato le parole rese da testimoni nei giorni scorsi. Un racconto che contrasta con gli elementi in mano alla Procura, che li accusa di aver "svolto un'attività non adeguata". Intanto, sarà conferito lunedì 10 febbraio l'incarico ai consulenti della Procura per verificare le cause del deragliamento del treno.

La versione dell’accusa

Secondo i pm, dopo la manutenzione lo scambio sarebbe rimasto deviato verso sinistra e, per questo, il convoglio, a quasi 200 chilometri orari, è finito con la motrice su un binario di servizio. Il sospetto è che l'operazione per aggiustare un guasto su quello scambio sia stata comunicata ma non effettuata da chi di dovere. Decisivi saranno gli accertamenti tecnici cosiddetti 'irripetibili' che hanno reso necessaria l'iscrizione degli operai nel registro degli indagati per dar loro la possibilità di nominare avvocati e consulenti. Già subito dopo l'incidente, giovedì scorso, erano stati sentiti come testimoni, negando ogni responsabilità, ma quelle dichiarazioni non sono utilizzabili perché poi sono stati indagati.