La decisione del Gip pone fine alla misura cautelare del 23 ottobre. L’ormai ex capo della società di bio-plastiche è accusato di false comunicazioni e manipolazione del mercato.
Fine degli arresti domiciliari per Marco Astorri. Il fondatore di Bio-on, la società bolognese di plastiche biodegradabili, non sarà più sottoposto alla misura cautelare. False comunicazioni e manipolazione del mercato sono le accuse mosse a seguito dell’inchiesta “Plastic Bubbles”.
La decisione del Gip
La decisone è del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi. Il magistrato ha accolto la richiesta fatta dai legali lunedì scorso durante l'interrogatorio di garanzia. L’ormai ex presidente della società di bioplastiche, accusato di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato non potrà esercitare uffici direttivi in nessun ente. Questa è infatti la misura interdittiva temporanea stabilita dal giudice.
L'arresto del presidente e dei vertici della società
Marco Astorri, che ha fondato la società bolognese di plastiche biodegradabili, era stato arrestato il 23 ottobre scorso dalla Guardia di Finanza. Sono nove, in totale, gli indagati fra amministratori, sindaci, revisori e direttore finanziario. Le Fiamme gialle hanno proceduto anche al sequestro di 150 milioni di euro tra beni e disponibilità finanziarie. Nell'operazione “Plastic Bubbles” sono state emesse tre misure cautelari: il presidente del Cda, Marco Astorri, che ha subito fino ad oggi gli arresti domiciliari, il vicepresidente, Guido Cicognani e il presidente del collegio sindacale, Gianfranco Capodaglio, che sono invece destinatari del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di enti.
La Bio-on e i dubbi sulla trasparenza dei bilanci
La bolognese Bio-on concede in licenza e produce bioplastiche innovative. A fine luglio era stata oggetto di un report del fondo speculativo Quintessential che aveva messo in dubbio la trasparenza dei bilanci e le capacità produttive dello stabilimento di Castel San Pietro Terme, vicino alla città emiliana. Nel report, chiamato “Una Parmalat a Bologna”, il quadro che veniva fuori era quello di una società retta su "un castello di carte", con una "situazione finanziaria precaria" e una contabilità dalle “serie irregolarità". Bio-on, guidata dall’allora presidente Marco Astorri, aveva smentito e presentato denuncia.
La sospensione a Piazza Affari
Le azioni Bio-on restano “sospese a tempo indeterminato dalle negoziazioni”. La decisione di Borsa Italiana era stata presa dopo che la procura di Bologna aveva emesso le misure cautelari nei confronti del gruppo della biopastica e dei suoi vertici. La Bio-on era stata quotata in borsa nell’ottobre 2014 i titoli venduti a 5,82 euro l’uno. Nell’aprile scorso, le azioni Bio-On avevano raggiunto i 58 euro e la società poteva fregiarsi del titolo di seconda startup, dopo Yoox, a raggiungere un miliardo di capitalizzazione.