Olivetti, la Cassazione conferma l’assoluzione di De Benedetti nel processo sull’amianto

Cronaca

I giudici hanno confermato il proscioglimento di manager ed ex amministratori delegati dell’azienda di Ivrea, tra cui anche l’ex ministro Corrado Passera. Respinto il ricorso del Pg di Torino contro le assoluzioni decise in appello nel 2018

La Cassazione ha confermato il proscioglimento degli ex amministratori delegati e manager dell'Olivetti di Ivrea - tra i quali i fratelli Carlo e Franco De Benedetti e l'ex ministro Corrado Passera - nell’ambito della vicenda sulla morte di 12 lavoratori per amianto. I giudici hanno respinto il ricorso contro le assoluzioni del Pg di Torino e confermato la decisione del 2018 della Corte di Appello di Torino.

Respinta la richiesta del Pg

Il Pg della Cassazione, Ciro Angelillis, aveva chiesto ai supremi giudici della quarta sezione penale di inviare alle Sezioni Unite gli atti del processo per le morti e le lesioni procurate dall'amianto nello stabilimento Olivetti di Ivrea, procedimento con 15 imputati tutti prosciolti in appello tra i quali Carlo e Franco De Benedetti, e Corrado Passera. In alternativa, il Pg della Cassazione ha chiesto l'annullamento con rinvio dei proscioglimenti decisi dalla corte di appello. Secondo il Pg Angelillis, siccome c'è "anarchia e contrasto giurisprudenziale" tra le teorie scientifiche che studiano gli effetti dell'amianto sulla salute, sarebbe stato necessario l'intervento chiarificatore e dirimente delle Sezioni Unite.

Il processo

In primo grado, il processo davanti al Tribunale di Ivrea per la morte di 12 lavoratori e la malattia sviluppata da altri due a causa dell'amianto si era concluso il 18 luglio 2016 con quattro assoluzioni e le condanne di tredici imputati, tra ex amministratori delegati di Olivetti e alti manager che si alternarono ai vertici dell'azienda dal 1963 al 1999. I reati contestati andavano dall'omicidio colposo, alle lesioni, all'inosservanza delle norme a tutela della sicurezza. Tra gli imputati, Carlo e Franco De Benedetti erano stati condannati ciascuno a cinque anni e due mesi di reclusione, Corrado Passera a un anno e undici mesi. Alle parti civili erano stati riconosciuti indennizzi provvisori per quasi due milioni di euro. Successivamente, la Corte di Appello di Torino il 18 aprile 2018 aveva assolto tutti con la formula "perché il fatto non sussiste" ritenendo impossibile verificare i tempi e i luoghi dell'esposizione all'amianto.

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