Il sindaco di Bacoli risponde alle minacce: "Non mi fermo ma aiutateci, non sono un eroe"

Cronaca

Gaia Bozza

A Josi della Ragione, sindaco della città in provincia di Napoli, è arrivata una minaccia di morte: "Farai la fine di Don Peppe Diana". Il primo cittadino sta conducendo una battaglia per il pagamento delle tasse e contro l'illegalità 

Josi Gerardo della Ragione è un giovane sindaco di 32 anni in una città balneare in provincia di Napoli, Bacoli, eletto per la seconda volta solo un mese fa circa. Sta portando avanti una lotta contro l’illegalità, sanzionando le attività che non pagano tasse e canoni di locazione al Comune. Ha ricevuto una serie di telefonate anonime che gli intimavano di “fare il bravo”, altrimenti avrebbe fatto la fine di Don Peppe Diana, il parroco anticamorra che fu ucciso dal clan dei Casalesi a Casal di Principe. Per lui è stata predisposta una vigilanza dei Carabinieri, che indagano sull’accaduto. Mercoledì i cittadini saranno in corteo con lo slogan “Bacoli non ha paura”.

Sindaco, qual è la situazione?

C’è tantissimo da fare. Siamo anche in dissesto. È centrale la questione dei tributi: ci sono attività commerciali che incassano anche milioni di euro in estate e non pagano acqua e Tari, la tassa sui rifiuti. E’ sconcertante e manda il Comune in difficoltà anche per assicurare l’illuminazione pubblica in strada. Come amministrazione abbiamo mandato diffide, chiuso attività e staccato il contatore agli imprenditori che non pagano quanto devono. Poi c’è una società, Centro Ittico Campano, che è comunale e gestisce terreni intorno a due laghi, il lago Miseno e Fusaro e anche lì spesso non pagano i canoni di locazione.  

Come è stata accolta questa azione?

Non molto bene. Molti sono venuti a regolarizzare, ed è positivo. I cittadini ci sostengono ma c’è una fetta che non paga. Sono arrivate minacce subito dopo il mio insediamento. Non l’ho comunicato con immediatezza alla città perché mia moglie era incinta e non volevo rovinare il momento familiare. Io come tutti ho paura però con determinazione voglio portare avanti il mio mandato e il cambiamento della città. Le minacce sono arrivate nella notte dell’11 Giugno scorso. C’è stata una prima telefonata anonima, silente. Poi una seconda dove una voce diceva in dialetto: “Questa volta fai il bravo, altrimenti ti facciamo fare la fine di Don Peppe Diana. Siamo gli amici degli amici”. Don Diana è una figura che ho avuto l’onore di studiare come tanti attivisti, ma è un riferimento che questa città vive poco, sicuramente non come fatto storico (Casal di Principe, dove fu ucciso dai Casalesi, è molto lontano dalla città di Bacoli, ndr). Questo è preoccupante perché questa comunità vive una imprenditoria anche dall’esterno. C’è una parte sana, e paga le tasse, ma c’è anche una parte insana per la quale c’è bisogno di più controllo da parte delle forze dell’ordine. C’è un giro di denaro importante che tra l’altro non entra nelle casse del Comune perché si fanno beffa anche dei tributi.

Si sente solo?

Da parte dei cittadini no, sento un sostegno. La comunità vede il pugno duro e ne è contenta. Siamo andati anche a staccare l’acqua ai lidi militari che non pagavano l’acqua. Su questo mi sento solo, quando lo Stato ci abbandona. Ho avuto la solidarietà di sindaci, anche da Renato Natale, sindaco di Casal Di Principe, dalla famiglia di don Diana e da Augusto di Meo, il testimone di giustizia dell’omicidio del parroco anticlan. Poi anche altre istituzioni, sindaci e ministri, ma abbiamo bisogno di un aiuto concreto.

In che modo?

Ponendoci nelle condizioni di governare. Le faccio un esempio: stamattina abbiamo tre vigili urbani a Bacoli, su territorio di 27mila abitanti che quintuplica la sua portata in estate per i bagnanti. Abbiamo bisogno di personale nell’ufficio tecnico. Qualche settimana fa il capoarea del servizio commercio che firma gli atti per chiudere le attività che non pagano la Tari ha ricevuto una busta con due proiettili e nella lettera si faceva riferimento a noi come giovane amministrazione. Io posso chiedere agli assessori di fare un passo e lanciare il cuore oltre l’ostacolo, ma non posso chiedere ai dirigenti di fare gli eroi. Questo capoarea ha chiesto di andare in pensione con la “Quota 100” e a breve ci andrà. Ci stiamo decimando. Lo Stato o dà una mano non solo al nostro Comune ma a tutti i comuni in difficoltà e con i sindaci che vivono le minacce quotidiane, o ci esponiamo senza avere le spalle coperte e fare ciò che vogliamo fare.

Lei continua in ogni caso?

Io continuo la battaglia per la legalità, per me è un onore fare il sindaco di Bacoli. Ma qui anche spazzare una strada è complesso con un Comune senza soldi. Non è facile avere minacce di questo tipo, facendo vivere preoccupazioni alla mia famiglia. A volte ho paura di tornare a casa la sera: non mi sono candidato per fare l’eroe ma per fare il sindaco e voglio farlo. Con la mia amministrazione e i miei consiglieri andiamo avanti però le intimidazioni non fanno piacere. Col sostegno della comunità penso però che le cose si possano fare.

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