L’Istituto di statistica fotografa la situazione sulle strade, dove, nel 2018 ci sono stati 172.344 incidenti con lesioni a persone. Più colpite le categorie vulnerabili come ragazzi, anziani e pedoni. Tra le principali cause la distrazione alla guida e la velocità
Diminuiscono i morti negli incidenti stradali ma aumentano le vittime tra i giovani e le categorie deboli che costituiscono il 50% del totale dei decessi. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Istat, che registra un totale di 172.344 incidenti stradali con lesioni a persone nel 2018 (-1,5% rispetto al 2017). I morti in tutto sono stati 3.325 (-53 unità rispetto al 2017, pari a -1,6%) e 242.621 feriti (-1,7%).
Chi sono le vittime
Secondo i dati Istat, nel 2018 le vittime tra i 15-19 anni sono aumentate del 25,4%, gli anziani del 22%, i ciclomotoristi del 17,4% (108 vittime totali), i pedoni del 1,5% (609 vittime) e gli occupanti di autocarri del 15,3% (188). Sono in diminuzione, invece, i motociclisti (685, -6,8%), i ciclisti (219, -13,8%) e gli automobilisti (1.420, -3,0%). E diminuiscono anche le vittime tra i bambini: nel 2018 si sono registrate 9 vittime in meno tra i bambini 0-14 anni (34 rispetto ai 43 dell'anno precedente: -20,9%). Le fasce d'età più a rischio risultano i giovani tra 15 e 24 anni (413 morti: 12,4% del totale) e gli anziani tra 70 e 74 anni (222 morti: 6,7% del totale). Per gli uomini si rilevano picchi in tre fasce d'età: 40-44 (200 morti), 20-24 (197), 55-59 (194). Per le donne frequenze maggiori per le età 70-84 (179).
L'incidenza del crollo del ponte Morandi
Sebbene il numero dei morti per incidenti stradali sia complessivamente in diminuzione, l'Istat rileva che sono aumentate nel 2018 le vittime sulle autostrade - da 296 nel 2017 a 327 con un +10,5% - e ciò a causa del crollo del ponte Morandi che ha coinvolto numerosi veicoli e causato 43 vittime. Il numero degli incidenti con esito mortale sulle autostrade rimane comunque sostanzialmente invariato - da 253 a 255 tra il 2017 e il 2018. Sulle strade extraurbane e urbane le vittime diminuiscono (rispettivamente 1.596, -1,2% e 1.402, -4,4%).
Le cause degli incidenti
Gli incidenti stradali, rileva ancora l'Istat, derivano soprattutto da comportamenti errati. Tra i più frequenti si confermano la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,8% dei casi). In particolare, tra i comportamenti che hanno causato più incidenti ci sono: distanza di sicurezza (20.443, 9,2%), manovra irregolare (15.192, 6,9%), comportamento scorretto verso il pedone (7.243, 3,3%,) o del pedone (7.021, 3,2%), presenza di buche o ostacoli accidentali (6.753, 3,1%).
Le sanzioni
Le sanzioni per le violazioni al Codice della Strada risultano in diminuzione rispetto al 2017 (-4,4%): le più multate sono l'inosservanza della segnaletica (-6,6%), il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza a bordo (-0,03%) e l'uso del telefono cellulare alla guida (-6,1%). In diminuzione anche le contravvenzioni per eccesso di velocità (-11,6%).
I periodi più pericolosi sulle strade
I mesi estivi si confermano il periodo con il maggior numero di incidenti e vittime, con agosto che è il mese più pericoloso per il numero di incidenti gravi in tutti gli ambiti stradali (2,7 morti ogni 100 incidenti). Giugno e luglio quelli con più incidenti nel complesso, (rispettivamente 16.755 e 16.856). Gennaio e febbraio, viceversa, i mesi con il minor numero di incidenti (febbraio anche con il minor numero di morti). Di notte (tra le 22 e le 6 del mattino) e nelle ore di buio aumentano sia l'indice di mortalità che quello di lesività (rispettivamente morti e feriti ogni 100 incidenti).