Sea Watch, appello a Corte Strasburgo per sbarcare in Italia. Salvini: li mandino altrove

Cronaca

L'imbarcazione con 42 migranti a bordo è in cerca di un porto da 12 giorni. Appello della Commissione Ue: "Stati membri trovino soluzione". Il ministro dell'Interno: "Nave olandese, Ong tedesca. Metà immigrati ad Amsterdam e metà a Berlino"

L'Ong tedesca Sea Watch, che dal 12 giugno scorso è in cerca di un approdo per far sbarcare 42 migranti salvati nel Mediterraneo, ha chiesto l’intervento della Corte di Strasburgo. Intanto la Commissione Ue ha lanciato un appello "agli Stati membri" per trovare "una soluzione per le persone che sono rimaste a bordo". Ma il ministro dell'Interno Matteo Salvini ribadisce la sua linea: "L'Unione Europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, Ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l'altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto". Diverso l'approccio della Diocesi di Torino che, attraverso l'arcivescovo Cesare Nosiglia, si è detta "disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato i migranti della Sea Watch".

L'appello della Commmissione Ue

La Commissione Ue chiede uno sforzo ai Paesi del Vecchio Continente "pur apprezzando il fatto che l'Italia abbia proceduto all'evacuazione di un numero di persone dalla Sea Watch 3 per ragioni mediche". Una portavoce della Commissione ha parlato di "imperativo umanitario", ribadendo che l'esecutivo comunitario "continuerà a fare tutto il possibile, nell'ambito delle nostre competenze, per sostenere e coordinare eventuali sforzi di solidarietà".

La Corte di Strasburgo interpella il governo italiano

L'appello della Commissione Ue è arrivato dopo che la Corte di Strasburgo, organo che opera per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di "misure provvisorie" da parte della Sea Watch 3 per chiedere all'Italia di consentire lo sbarco dei migranti. La Corte, dopo la richiesta della Ong tedesca, ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch 3 che al governo italiano. Che dovrà rispondere entro oggi pomeriggio. La Corte in base ai suoi regolamenti può chiedere all'Italia di adottare quelle che vengono definite "misure urgenti" e che "servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani".

Sea Watch: "L'Europa non vuole 42 persone"

Domenica 23 giugno, Sea Watch su Twitter ha pubblicato un'immagine in cui si vede l'andirivieni dell'imbarcazione, a ridosso di Lampedusa, che va avanti ormai da 12 giorni. "Questo è il tracciato percorso negli ultimi giorni dalla #SeaWatch - scrive la Ong -. Disegna il confine tra acque territoriali italiane e quelle internazionali. Lo vedete? Lo stanno percorrendo forzosamente 42 persone che l'Europa, continente di 500 milioni di abitanti, non vuole".

Gli appelli della Diocesi di Torino e della Diaconia Valdese

Chi invece accoglierebbe i migranti è l'arcivescovo di Torino Nosiglia, che al termine della messa di San Giovanni, patrono della città, si è rivolto proprio al santo: "Chiedo a lui di dare una mano per risolvere il problema che stanno vivendo le persone a bordo della Sea Watch. Per essere concreti la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere questi fratelli e sorelle". Si è mossa anche la Diaconia Valdese, l'ente ecclesiastico che gestisce le strutture di accoglienza della Chiesa Valdese, che ha scritto al presidente della Repubblica per chiedere un intervento sulla Sea Watch. "Ci appelliamo a Lei - si legge nella missiva - affinché non venga assunto dall'Italia alcun provvedimento che sia in contrasto con il rispetto dei diritti umani, il buon senso e l'eredità politica, giuridica e umana che ci è stata consegnata dai Padri costituenti, che vede il sacro e inderogabile principio della solidarietà richiamato nell'art. 2 della nostra Costituzione".

La vicenda Sea Watch

In queste due settimane, la nave che ha soccorso 52 persone al largo della Libia, è stata a più riprese definita "pirata" dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il titolare del Viminale ha vietato l'ingresso di Sea Watch in acque italiane, ma ha consentito lo sbarco di 10 persone per motivi sanitari.

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