Le normative per portare Fido sulla battigia cambiano di regione in regione, sono migliaia e spesso in contraddizione fra loro. Così l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa) ha pensato a una guida che aiuti i padroni durante le vacanze al mare
Con l’arrivo dell’estate si riapre il dibattito sulla possibilità o meno di portare i propri cani sulle spiagge. Le regole fra cui districarsi sono moltissime, cambiano di regione in regione (sono circa 18mila le normative locali) e spesso sono in contrasto le une con le altre. Una certezza però c’è, come ricorda l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa): la spiaggia è proibita ai cani solo se ci sono divieti esposti in maniera chiara. L’associazione ha poi pensato a un ‘manuale’ di diritti e doveri per Fido e padroni, che traccia una panoramica delle norme da seguire fino alle multe in cui si può incorrere.
Orientarsi fra regole diverse
La prima cosa che bisogna sapere è che le norme con cui fare i conti per portare un cane in spiaggia sono tantissime e variano da luogo a luogo: 3mila, afferma l'Aidaa, sono le ordinanze emesse rispettivamente da comuni, capitanerie di porto, provincie e regioni. A queste si aggiungono le leggi regionali e i regolamenti dei singoli stabilimenti balneari, per un totale di circa 18 diverse normative locali. Il tutto crea “una vera e propria babele di divieti”, secondo l’Associazione.
Divieti chiari per poter cacciare i cani dalle spiagge
Quello che occorre tenere a mente, in ogni caso, è che i cani, accompagnati dal padrone, non possono essere cacciati da una spiaggia pubblica, o dalla battigia, se non ci sono divieti esposti in maniera chiara. Inoltre, serve che questi divieti vengano pubblicizzati con regolarità.
Il ruolo delle forze dell’ordine
Da considerare, poi, che solo le Forze dell'ordine - e in particolare la Capitaneria di Porto e i Vigili Urbani - possono rivolgersi al proprietario di un cane invitandolo ad allontanarsi. Questo, però, "non prima di avere informato della presenza dell'ordinanza di divieto. Non basta la comunicazione verbale. I vigili - precisa l'associazione - devono mostrarvela e indicare chiaramente il numero di ordinanza e la scadenza, in quanto molte ordinanze contengono divieti solo parziali, limitazioni orarie o riferite a singoli giorni della settimana". Il rifiuto di mostrare le ordinanze, inoltre, "è passibile del reato di omissione di atti di ufficio".
Cosa fare in caso di multa
In caso di multa, è necessario che vengano scritte sempre sul verbale le motivazioni che hanno portato i proprietari dei cani a rimanere in spiaggia. Per esempio: mancanza di cartelli di divieto o di indicazione del numero di ordinanza e data di divieto dietro i cartelli e interventi poco corretti di chi è preposto al controllo della spiaggia. In questi casi la multa può essere impugnata davanti a un giudice di pace.
I doveri dei padroni
Anche i padroni dei cani sono chiamati a fare la loro parte: devono tenere l'animale al guinzaglio, raccogliere obbligatoriamente gli escrementi ed evitare di liberare il cane in presenza di bambini, di altri soggetti a rischio o di altri cani. Da evitare anche, conclude Aidaa, l'esposizione prolungata dell'animale al sole, per scongiurare rischi per la sua salute.