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Sea Watch, comandante: "Rifarei tutto". Nave perquisita, reporter non consegna telecamera

Cronaca

Arturo Centore è stato ascoltato per oltre 6 ore dai pm. Intanto sull'imbarcazione, ancorata e sotto sequestro a Licata, è scattata una perquisizione: una giornalista americana si rifiuta di consegnare l'apparecchio con cui ha filmato quanto accaduto sulla nave

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"Rifarei tutto quello che ho fatto, per salvare vite umane in mare rifarei tutto". Non ci sono dubbi nelle parole di Arturo Centore, comandante della Sea Watch 3 indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, all'uscita dal palazzo di giustizia di Agrigento dove per oltre 6 ore è stato interrogato dai Pm. Intanto, sulla nave, ancorata e sotto sequestro a Licata, è scattata una perquisizioni della Guardia di finanza. L'equipaggio, da quanto si apprende, collabora con le forze dell'ordine, ma una giornalista americana, iscritta come parte dell'equipaggio, si sarebbe rifiutata, in mancanza del suo avvocato newyorchese, di consegnare la telecamera con la quale ha filmato tutto. La Procura ha anche disposto di fare copia dei filmati e lasciare alla reporter gli originali, ma lei non cede (LO SPECIALE MIGRANTI).

Legale: su Sea Watch tutto filmato e fotografato

La Sea Watch 3 è stata sequestrata il 19 maggio e dalla nave quella sera sono stati fatti sbarcare a Lampedusa tutti e 47 i migranti che si trovavano ancora a bordo dopo essere stati salvati. Il giorno dopo, l'imbarcazione è stata fatta spostare a Licata. Da quanto si apprende, durante l'interrogatorio il comandante si sarebbe assunto la piena responsabilità di quanto accaduto sulla nave della Ong tedesca e sulla rotta seguita, non chiamando in causa nessun altro. Sul caso, uno dei legali di Centore ha spiegato che "sono state salvate delle vite umane. Non è un problema ideologico. Anche dopo lo sbarco dei primi migranti, per i 47 che restavano sulla nave non c'era altra scelta che portarli nel porto di Lampedusa, sbarcarli in Italia. A quel punto, qualsiasi altra scelta sarebbe stata impraticabile". Sempre uno dei legali del comandante ha poi confermato la presenza a bordo della stampa internazionale: "La vicenda è filmata. C'erano sulla nave dei giornalisti del New York Times e un free lance tedesco che hanno documentato con foto e video le testimonianze dei migranti. Tutte queste cose verranno recuperate dalla procura di Agrigento e daranno conferma delle cose che abbiamo detto".