Traforo Gran Sasso, rischio chiusura dal 19 maggio. Ministero Trasporti convoca un vertice

Cronaca

Strada dei Parchi vuol sospendere la circolazione nel tunnel per evitare nuove accuse realtive ai presunti pericoli di inquinamento delle falde acquifere. Ma il ministero non ci sta: sarebbe procurata interruzione di pubblico servizio

Il traforo del Gran Sasso, tunnel di dieci chilometri sull’A24, rischia di restare chiuso a partire dal 19 maggio. Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25, è intenzionata a interrompere la circolazione in entrambe le direzioni, nel tratto fra Assergi e Colledara-San Gabriele "al fine di evitare di incorrere in ulteriori contestazioni correlate a presunti pericoli di inquinamento delle falde acquifere, oggetto di un procedimento penale in corso". Al centro della vicenda c’è infatti un'inchiesta in corso alla Procura di Teramo che vede coinvolta anche la concessionaria della A24. Il ministero dei Traporti ha convocato per martedì 14 maggio un incontro con Strada dei Parchi per affrontare la questione.

Lo scontro Mit-Strada dei Parchi

Obiettivo del vertice è scongiurare la chiusura che dividerebbe in due l’Italia centrale e che, secondo quanto ribadiscono dal Mit, rappresenterebbe una "procurata interruzione di pubblico servizio che equivarrebbe a un inadempimento" grave da parte della società, concessionaria delle autostrada A24 e A25, tanto che ieri il sottosegretario M5S Gianluca Vacca ha paventato persino la "revoca immediata della concessione". Ma Strada dei Parchi si difende, facendo sapere che il Ministero sa da aprile della chiusura e che non si è opposto. Il vicepresidente della concessionaria di A24 e A25 fa sapere: “Strada dei Parchi non ha competenza, il Governo ci ha detto di stare fermi. Noi abbiamo scritto: 'guardate che dobbiamo chiudere', il Governo non ci ha detto nulla in contrario. Sarebbe singolare se ora ci revocasse la concessione”. Non è escluso che il nodo possa essere affrontato già lunedì 13 maggio, nel corso di un incontro fissato alle 17 con la concessionaria per la questione del piano finanziario.

L’inchiesta della Procura di Teramo

L'emergenza stop del tunnel nasce nel momento in cui la Procura di Teramo ha rinviato a giudizio i vertici di Strada dei Parchi, dei Laboratori del Gran Sasso e dell'acquedotto Ruzzo Reti, per un incidente avvenuto nel 2017 che ha riguardato l'inquinamento delle acque. "Strada dei Parchi - sostiene Fabris - non ha il potere di intervenire nella situazione che c'è e che richiederebbe l'impermeabilizzazione della galleria con una spesa che si aggira intorno ai 170 milioni. Il ministero ci ha risposto che noi non dobbiamo intervenire". E l'unico provvedimento possibile resta "chiudere la galleria per evitare nuove accuse". Sull'emergenza Traforo, fonti del Mit ricordano poi che presto sarà nominato un commissario per il rischio idrogeologico del Gran Sasso e sarà presentato un emendamento al decreto Sblocca cantieri.

Le proteste contro la chiusura

Intanto dall’Abruzzo sono numerose le proteste contro la chiusura del traforo. Il presidente dei balneari (Sib Abruzzo), Riccardo Padovano, lancia l'allarme per il turismo della costa Teramana proprio a ridosso dell'inizio della stagione estiva mentre il presidente regionale della Cna Abruzzo, Savino Saraceni, ironicamente sottolinea che "si pensa alla chiusura dei porti mentre servirebbe che qualcuno si occupasse, più semplicemente, di tenere aperte le autostrade" e parla di viabilità da "far west" con un'Italia spaccata in due in caso di stop del tunnel. Sul tavolo anche la questione sicurezza e caro pedaggi per la A24 e A25. I sindaci e gli amministratori di Lazio e Abruzzo hanno annunciato una manifestazione a Roma per il 15 maggio.

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