Caso Cucchi, capitano Ultimo attacca il generale Nistri: si dimetta

Cronaca

Sergio De Caprio, il giorno dopo le parole del comandante dei Carabinieri sull'eventuale prossimo processo, ha detto: “Piuttosto che pensare di costituirsi parte civile, sarebbe stato forse più utile per la dignità dell'Arma dare le dimissioni”

“Piuttosto che pensare di costituirsi parte civile nel caso Cucchi, a questo punto sarebbe stato forse più utile per la dignità dell'Arma dare le dimissioni, senza tanti equivoci e come segnale di discontinuità”. Con queste parole il capitano Ultimo, vero nome Sergio De Caprio, ha attaccato il comandante dell’arma dei Carabinieri Giovanni Nistri. Il generale, dopo le rivelazioni del carabiniere superteste che ha raccontato delle violenze subite da Cucchi, aveva aperto ieri alla possibilità che i Carabinieri potessero costituirsi parte civile nel prossimo processo sul caso.

Le indagini sul caso Cucchi

Otto carabinieri – tra cui diversi ufficiali – sono infatti attualmente indagati dalla Procura per aver cercato di coprire il pestaggio di Stefano Cucchi avvenuto il 15 ottobre 2009 e potrebbero essere rinviati a giudizio. In una lettera inviata alla sorella di Stefano, Ilaria Cucchie resa nota nelle scorse ore, il comandante dell’Arma Giovanni Nistri si era anche impegnato a procedere in via disciplinare contro i militari che fossero giudicati colpevoli e ha aperto alla costituzione dell'Arma come parte civile nel prossimo processo.

“Da sempre accanto alle vittime contro ogni abuso”

Il sindacato dei Carabinieri, intanto, si schiera con la famiglia Cucchi. “Siamo da sempre accanto alle vittime e per le vittime contro ogni abuso e non al servizio di altri padroni – prosegue De Caprio - da Carabinieri ci sentiamo parte lesa dall'assenza e dall’incapacità del vertice dell'Arma che per dieci anni ha ignorato e negato l'esistenza stessa del caso Cucchi".

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