L'ex terrorista dei Pac, arrestato a gennaio dopo quasi 40 anni di latitanza, si è dichiarato per la prima volta colpevole davanti al pubbico ministero di Milano Nobili. Il procuratore Greco: "Sua ammissione fa giustizia". Salvini: "Chieda scusa chi l'ha coperto"
Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Pac arrestato a gennaio dopo quasi 40 anni di latitanza (CHI È), ha ammesso per la prima volta, davanti al pm di Milano, Alberto Nobili, di essere responsabile dei quattro omicidi per cui è stato condannato (IL RACCONTO DEGLI AGENTI CHE LO HANNO CATTURATO). Tutto quello che è stato ricostruito nelle sentenze definitive sui Pac, "i 4 omicidi, i 3 ferimenti e una marea di rapine e furti per autofinanziamento, corrisponde al vero. Mi rendo conto del male che ho fatto e chiedo scusa ai familiari delle vittime". Così Nobili ha riassunto le ammissioni fatte da Battisti, che al magistrato ha spiegato: "Io parlo delle mie responsabilità, non farò i nomi di nessuno". Cesare Battisti "a distanza di qualche decennio ha chiesto scusa. Mi aspetto chiedano scusa quegli pseudointellettuali di sinistra che hanno coperto e difeso questo squallido personaggio", commenta il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che aggiunge: "Chiedere scusa è meglio tardi che mai". (IL FRATELLO DI ANDREA CAMPAGNA A SKY TG24: VUOLE LO SCONTO DI PENA)
Battisti: "Non ho avuto alcuna copertura occoluta"
Battisti ha inoltre ammesso che "gli anni di piombo hanno ucciso il '68". L'ex terrorista dei Pac ha detto in sostanza che "la lotta armata ha impedito lo sviluppo della rivoluzione culturale, sociale e politica nata nel '68". "Per lui all'epoca era una guerra giusta, adesso si rende conto della follia di quegli anni di piombo". "È un riconoscimento importantissimo al lavoro dei magistrati, una sorta di 'onore delle armi' per chi lo ha inquisito", ha commentato il pubblico ministero, responsabile dell'anti-terrorismo a Milano, che coordina le indagini sulle presunte coperture che l'ex terrorista dei Pac ha avuto durante la latitanza. "Non ho avuto alcuna copertura occulta", ha detto Battisti ai procuratori, a cui ha rivelato di essersi "avvalso della sue dichiarazioni di innocenza per ottenere appoggi dell'estrema sinistra in Francia, Messico e Brasile, e dello stesso Lula".
Greco: "La sua ammissione fa giustizia"
L'ammissione "fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell'ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni '70 in modo efferato", ha detto il procuratore di Milano, Francesco Greco, che ha spiegato ai cronisti che, su richiesta dello stesso Battisti, assistito dal legale Davide Steccanella, tra sabato e domenica scorsi l'ex terrorista è stato interrogato nel carcere di Oristano, dove è detenuto da gennaio quando venne arrestato in Bolivia. Nell'ambito dell'interrogatorio "sulle modalità della sua latitanza", ha spiegato il procuratore, "Battisti ha ammesso di avere partecipato direttamente a 4 omicidi, di cui in due è stato esecutore materiale". Nobili ha invece chiarito che "qua non si tratta di una collaborazione con la giustizia, ma di importantissime ammissioni arrivate da un 'irriducibile' che ha barato per 37 anni e si è reso latitante, dichiarando di essere innocente e di essere un perseguitato politico". Nell'interrogatorio Battisti ha precisato "che avrebbe parlato solo di se stesso - ha aggiunto Nobili - dopo che l'avvocato Steccanella gli ha fatto avere in carcere ad Oristano tutte le sentenze sui Pac". Nobili ha spiegato ancora che "per la prima volta in assoluto Battisti ha deposto queste dichiarazioni su questi fatti, dato che quando venne emesso l'ordine di cattura per gli omicidi lui era già latitante perchè era evaso nell'81 dal carcere".
Adriano Sabbadin, figlio di una vittima: "Confessione è passo in avanti"
L'ammissione "è un passo avanti, una conferma della sua colpa", ha dichiarato Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio di Santa Maria di Sala ucciso dai Pac il 16 febbraio 1979. "Spero che non ammetta gli omicidi per altri motivi - ha aggiunto - magari per ottenere una indulgenza dai giudici che non merita". "È giusto che sconti per intero la sua pena - ha ribadito Sabbadin - .In fondo sono solo pochi mesi che si trova in galera". Il figlio del macellaio non ha nascosto di essere stato preso in contropiede dalle dichiarazioni di Battisti: "lo confesso - ha concluso - non mi aspettavo che ammettesse tutto".
Ciotta, nipote vittima Br: "Scuse? Ci prende in giro"
"Come possiamo accettare le scuse di un uomo che ci parla di 'guerra giusta' per legittimare quello che ha commesso? Sembra quasi ci voglia prendere in giro! Dobbiamo anche essergli grati a questo punto per la sua compassione per il nostro dolore?", si domanda invece Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, il brigadiere ucciso nel 1977 da Prima Linea. "Non riesco neanche a comprendere le parole del procuratore Nobili - continua Perruggini, che è anche presidente di "Anni di piombo", osservatorio nazionale per la verità storica - che sembra quasi voler creare una facciata di ormai 'vecchio saggio' su quello che è solo un delinquente assassino che continua a rifiutarsi di fare nomi ed a contribuire alla ricostruzione della verità storica di quei terribili anni".
I quattro omicidi
L'ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quello dell'agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978. Battisti si era finora sempre dichiarato innocente.