Cresce il malcontento degli allevatori per il prezzo del latte, sceso al prezzo di 60 centesimi al litro, che non consente di coprire i costi di produzione. Bloccate due autobotti sulla statale 131 tra Cagliari e Sassari: versati migliaia di litri sulla carreggiata
Cresce il malcontento dei pastori per il crollo del prezzo del latte ovino in Sardegna, sceso a livelli tali - attorno a 60 centesimi al litro - da non consentire di coprire i costi di produzione. Per protesta molti allevatori negli ultimi giorni stanno buttando via il proprio latte, mentre oggi due autobotti di una cooperativa sono state bloccate sulla Statale 131, che collega Cagliari a Sassari, e migliaia di litri di latte sono stati versati sulla carreggiata. Il blocco è stato messo in atto all'altezza di Abbasanta (Oristano), al km 123, prima in direzione sud e poi ripetuto dall'altra parte del guardrail in direzione nord. Sul posto gli agenti della polizia stradale. La circolazione in direzione Cagliari è stata temporaneamente bloccata. "La settimana prossima sarò in Sardegna a parlare con gli agricoltori. Come governo stiamo ripensando a tutta la questione dei Consorzi per quanto riguarda il latte di pecora", annuncia il ministro delle politiche agricole alimentari, Gian Marco Centinaio (I CALCIATORI DEL CAGLIARI ADERISCONO ALLA PROTESTA).
Mobilitazioni anche a Orune
La protesta degli allevatori si è ripetuta anche a Orune, nel Nuorese. Una quarantina di pastori ha rovesciato il latte all'uscita dal paese, sulla provinciale che porta a Bitti. Si tratta di una manifestazione pacifica anche se gli animi degli allevatori, che rivendicano un'equa remunerazione del latte ovino e delle carni, sono esasperati. "Si allarga il numero dei pastori che posta sui social il video in cui aprono i rubinetti dei refrigeratori per buttare il proprio latte, a testimonianza che la tensione nelle campagne rimane altissima", denuncia la Coldiretti Sardegna, che parla di "situazione esplosiva" e "migliaia di litri di latte buttati".
Coldiretti: "È un problema che riguarda tutti"
Gli allevatori chiedono risposte dal mondo della trasformazione: "Il prezzo del latte pagato a 60 centesimi ai pastori è insostenibile - afferma la Coldiretti- e in questo modo si costringono le aziende a chiudere perché a questi prezzi non riescono a coprire minimamente i costi di produzione e vista la crisi non sono in grado neppure di sostenere le pecore". "La crisi è di tutti e non solo dei pastori - dichiara il presidente regionale dell'organizzazione Battista Cualbu - e per questo bisogna affrontarla tutti insieme e non scaricarla sull'anello più debole". Secondo il direttore regionale della Coldiretti, Luca Saba, "se non si arriverà ad aumentare il prezzo di acconto del latte la sola strada è quella della mobilitazione che, come già annunciato, sarà dura".