Il match a Marassi era previsto per le 21 di lunedì 21 gennaio. Per motivi di ordine pubblico, l'Osservatorio manifestazioni sportive del Viminale ha deciso di anticiparlo alle 15. I tifosi annunciano spalti vuoti. Il Comune scrive alla Lega Calcio: “Si giochi di sera”
L’orario di inizio della partita Genoa-Milan, in programma lunedì 21 gennaio alle 15, sta creando un caso e ha sollevato molte polemiche. I tifosi genoani hanno annunciato che diserteranno gli spalti e il Comune ligure ha scritto alla Lega Calcio per chiedere di far giocare l’incontro in notturna, come originariamente previsto, e non nel pomeriggio come poi stabilito.
La ricostruzione
Il match allo stadio Marassi di Genova, valido per la 20esima giornata del campionato di Serie A, da calendario era fissato per le ore 21. Dopo gli incidenti fuori da San Siro dello scorso 26 dicembre tra tifosi di Inter e Napoli, costati la vita all’ultrà Daniele Belardinelli, sono aumentate le preoccupazioni per possibili nuovi episodi di violenza tra tifoserie. Il 7 gennaio, il ministro dell’Interno Salvini ha detto che "tra la tifoseria genoana e quella milanista i rapporti non sono sereni e dunque preferirei che quella partita si giocasse alla luce del sole”. Tre giorni dopo, il 10 gennaio, è arrivata la decisione dell'Osservatorio sulle manifestazioni Sportive del Viminale, che ha stabilito lo spostamento del calcio d’inizio della partita alle ore 15 del 21 gennaio.
Il Comune scrive alla Lega Calcio per spostare il match
La decisione arrivata da Roma ha convinto il Comune di Genova a scrivere alla Lega di Serie A per chiedere di tornare sui propri passi e far giocare la partita alle 21: “Con riferimento a Genoa-Milan del 21 gennaio prossimo, il Sindaco ha firmato una lettera indirizzata alla Prefettura e alla Lega Calcio chiedendo il ripristino dell'orario delle 21 come precedentemente disposto", si legge nella nota del Comune. "Questo in considerazione della attuale difficile situazione della viabilità, aggravata dallo sciopero del trasporto pubblico locale proclamato per quel giorno. Il tutto considerando anche l'ubicazione dello stadio e le problematiche che si potrebbero creare per i cittadini e gli operatori commerciali in diverse zone della città", conclude la nota.
La richiesta collegata al Ponte Morandi
L'amministrazione comunale di Genova, infatti, dopo il crollo del ponte Morandi, per evitare disagi legati al traffico cittadino aveva chiesto alla Lega che non si giocassero più, a Genova, partite in giorni feriali e in orario di lavoro. Con questa motivazione ottenne lo slittamento dalle 17 alle 19 della gara di recupero tra Sampdoria e Fiorentina (19 settembre), prima giornata di campionato, che era stata rinviata a seguito della tragedia del 14 agosto che fece 43 morti. La Lega chiese una deroga alla Uefa perché in quel giorno la partita era concomitante con alcuni impegni di Champions.
Toti a Sky tg24: “Lieto se si potesse giocare in orario più consono”
Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore ligure Giovanni Toti, ospite da Maria Latella a Sky tg24: “Le 15 è un orario molto scomodo per la città e per i tifosi. Sarei più lieto se si potesse evitare e si potesse tornare a giocare la sera, in un orario più consono alla fruibilità di quell’evento. Però non voglio neanche dare consigli senza avere in mano esattamente le carte quali sono. Se non si può è bene che la sicurezza venga tutelata fino in fondo” (VIDEO).
La protesta dei tifosi e le parole di Condò
I supporter genoani si sono infuriati per la decisione della Lega Calcio di anticipare alle 15 la sfida con il Milan. Sono oltre 18 mila gli abbonati del Genoa in questa stagione e difficilmente potranno assistere alla sfida considerando l'orario lavorativo. Ieri, 11 gennaio, i tifosi del Genoa hanno annunciato che se la gara di serie A del 21 gennaio con il Milan verrà giocata alle ore 15 lasceranno "deserti" gli spazi che occupano solitamente, in prevalenza in Gradinata Nord. In un comunicato i tifosi rossoblù hanno invitato la società a "tutelare gli interessi di tutti i suoi tifosi abbonati e non. Siamo ostaggi della Lega Calcio, delle televisioni e degli osservatori vari - scrivono - queste decisioni allontanano la gente dagli stadi”. A questo comunicato ha replicato su Sky Sport l’opinionista Paolo Condò, che ha appoggiato i tifosi nella contrarietà allo spostamento del match alle 15 di un giorno feriale, “un orario che crea disagio sia a chi va allo stadio sia a chi guarda la partita in tv”. Ma il giornalista e il conduttore Alessandro Bonan hanno puntualizzato che “gli spostamenti delle partite non sono decisi dalle tv, che non hanno alcun interesse. Anzi in questi casi gli interessi di chi trasmette la partita sono gli stessi dei tifosi”.