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Morte Stefano Cucchi, indagato un altro carabiniere per falso

Cronaca
Il legale della famiglia Cucchi Fabio Anselmo durante il processo (Foto d'archivio Ansa)

Il maggiore Luciano Soligo si aggiunge agli altri due militari coinvolti nel filone d'inchiesta sulla presunta falsificazione degli atti sul decesso del geometra romano. La sorella Ilaria: "Rabbia, dolore e amarezza per questi 9 anni"

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C'è un nuovo indagato nel filone d'inchiesta per la presunta falsificazione degli atti sulla morte di Stefano Cucchi (LA SUA STORIA). Si tratta del maggiore Luciano Soligo, allora comandante della compagnia Talenti Montesacro. In questo filone sono già indagati per falso ideologico il luogotenente Massimiliano Colombo (comandante della Stazione Tor Sapienza) e il carabiniere scelto Francesco Di Sano, che nel corso di un’audizione nel processo a carico di altri cinque carabinieri (tre per omicidio preterintenzionale e due per calunnia e falso) aveva già dichiarato di aver dovuto, dopo un ordine gerarchico, modificare il verbale sullo stato di salute di Cucchi. Rivelazioni che hanno portato all’apertura di questo nuovo filone di indagine.

Il nuovo filone

Rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò, il militare dell'arma il 17 aprile scorso ammise di avere modificato l'annotazione di salute di Cucchi su richiesta di suoi superiori: "Mi chiesero di farlo - raccontò davanti alla prima corte d'assise - perché la prima era troppo dettagliata”. Di Sano disse di non ricordare da chi fosse partito l’ordine ma di essere certo “che si è trattò di un ordine gerarchico".

Oggi l'anniversario della morte

Il 22 ottobre cade il nono anniversario della morte di Stefano Cucchi. Sua sorella Ilaria scrive su Facebook: "Falsi ordinati per far dire ai medici legali dei magistrati che mio fratello era morto di suo, che era solo caduto ed in fin dei conti non si era fatto niente. Io e Fabio (Anselmo, il legale della famiglia Cucchi, ndr) lo abbiamo detto per anni che ciò non era assolutamente vero. Lo abbiamo urlato per nove anni. Che sensazione provo ora? Rabbia per tutto il dolore infertoci con insulti minacce e false verità". “Non è ancora finita questa storia - conclude - dove una normale famiglia Italiana viene stritolata da uomini delle istituzioni ma reagisce e resiste per nove anni senza mai perdere fiducia in esse".