Tra le persone colpite dal virus ci sono anche degli operatori sanitari che non avevano effettuato la profilassi. Gli infetti in diversi reparti degli ospedali Maggiore e di Cattinara. Accertamenti in corso sulla persona deceduta, affetta da polmonite e immunodepressa
Sette casi accertati, di cui quattro riguardano operatori sanitari, con una morte sospetta. Sono le dimensioni, sempre più corpose, del focolaio di morbillo in corso a Trieste. Nella persona deceduta, un paziente immunodepresso affetto già da polmonite e altre patologie, è stato rintracciato il virus, ma saranno le analisi a stabilire se la causa del decesso sia stata il morbillo (I DATI DELLA DIFFUSIONE). Per l’esito bisognerà attendere la prossima settimana, quando verranno resi noti nuovi aggiornamenti sull'estensione del focolaio.
Gli infetti saliti da 5 a 7
Nelle ultime 24 ore gli infetti, da cinque, sono saliti a sette. Tra questi c’è un’altra persona immunodepressa che si trova in condizioni gravi. Entrambi i nuovi infetti sono operatori sanitari, che sono andati ad aggiungersi ad altri due colleghi - che non avevano effettuato la profilassi - già colpiti dal virus. Il primo caso, emerso nei giorni scorsi, riguardava una donna colpita da una grave forma di polmonite. Altri due casi si sono manifestati lunedì tra il personale sanitario e ulteriori due sono stati riscontrati effettuando precise analisi su due persone ricoverate per una polmonite. Gli ultimi due tra mercoledì sera e ieri, 19 ottobre. Gli infetti sarebbero stati rintracciati in diversi reparti degli ospedali Maggiore e di Cattinara, mentre l'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste conferma che sono in atto tutte le azioni di profilassi previste nei confronti dei dipendenti e dei pazienti potenzialmente a rischio.
Tasso di vaccinazione troppo basso
Dal primo gennaio a oggi, in Italia ha ricordato il direttore sanitario dell'Asuits, Aldo Mariotto, "ci sono stati 2.248 casi dal primo gennaio al 31 agosto", rendendo noto che le azioni di vaccinazione stanno coinvolgendo 200-250 soggetti tra dipendenti, fornitori e famigliari Si tratta "di una malattia frequente". "Era abbastanza prevedibile", secondo il direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica, Riccardo Tominz, "che prima o poi vi fosse un focolaio perché il tasso di vaccinazione è molto basso. Solamente la fascia 1-17 anni è risalita al 90%". Complessivamente a livello locale è all'87%, "e siamo al di sotto della soglia dell'immunità di gregge che è del 95%". La vaccinazione, ricordano gli esperti, pur se altamente consigliata rimane facoltativa anche tra il personale sanitario. Nel 2017 l'Italia ha avuto il triste primato in Europa (seconda solo alla Romania) di oltre 5mila casi registrati, 4 di questi purtroppo mortali. Sul fronte delle vaccinazioni obbligatorie, il nostro Paese è ultimo per il morbillo, con l'85% dei bimbi vaccinati.