Venezia, incendio al teatro La Fenice: situazione sotto controllo

Cronaca
Foto Ansa
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Le fiamme si sono sviluppate in un locale tecnico dello stabile dove sono installati i gruppi di continuità. Sul posto autopompe. Due tecnici dei vigili del fuoco sono stati portati in ospedale dopo aver inalato del fumo

Un principio di incendio si è verificato stamane in un locale tecnico del teatro La Fenice di Venezia. La situazione sarebbe comunque sotto controllo e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con due autopompe e 12 uomini. Il teatro La Fenice venne distrutto da un incendio doloso devastante il 29 gennaio 1996 e riconsegnato alla città nel dicembre 2003, vincolato al motto "com'era, dov'era". Intanto i due concerti previsti per domani nelle Sale Apollinee sono stati spostati al Conservatorio in Campo Santo Stefano e già nel pomeriggio si farà il punto sulla causa dell'incendio e i tempi e modalità di ripresa della normale attività alla presenza del sovrintendente Fortunato Ortombina.

Due pompieri in ospedale

Intanto, due dei tecnici che stavano lavorando con le squadre impegnate nello spegnimento del rogo sono stati portati all'ospedale San Giovanni e Paolo di Venezia dopo aver respirato del fumo. Le loro condizioni non sono gravi e dovrebbero essere dimessi già in giornata.

Ortombina: “Con la storia si impara, prima di tutto la sicurezza”

"Con la storia si impara e così il principio di incendio è stato circoscritto e bloccato all'istante", ha detto il sovrintendente de La Fenice, Fortunato Ortombina, che va al ricordo dell'incendio doloso e devastante del 29 gennaio 1996 e che sottolinea come la stanza degli apparati tecnici dove si è verificato il principio di incendio è controllata da personale specializzato 24 ore su 24. "Si tratta di una stanza blindata - dice Ortombina - posta davanti alla guardiania del teatro dove neppure io posso entrare, ma solo i tecnici preposti". "L'intervento è stato immediato - ha aggiunto - e ora si stanno valutando i danni e le cause ma il teatro, che oggi non ha programmazione, non ne risentirà". "Abbiamo subito evacuato il personale e chiuso alle visite guidate La Fenice pur sapendo che la zona era circoscritta e già in sicurezza. Ma - ha spiegato - prima di tutto viene la sicurezza degli addetti, dei veneziani e dei visitatori che quotidianamente vengono in teatro tanto da fare, numericamente, il pari di quanti assistono ad uno spettacolo". "Aspettiamo le verifiche di vigili del fuoco e polizia che ringraziamo da subito - ha concluso - e poi appena possibile riprendiamo l'attività che oggi prevede un nostro spettacolo non a La Fenice ma al Teatro Malibran".

L'incendio del 1996

Il teatro la Fenice era già stato devastato da un incendio doloso il 29 gennaio 1996 quando erano in corso lavori di restauro. Quell'incendio, il secondo dopo il rogo del 1836, fu uno shock per Venezia e l'allora sindaco Massimo Cacciari fu nominato Commissario straordinario, mentre fondi da tutto il mondo venivano in aiuto per la ricostruzione. Un percorso però ad ostacoli: invece di andare ad assegnazione immediata si pensò a gare sia per il progetto che per le imprese. Ci volle del tempo soprattutto per la ricostruzione, quando le aziende iniziarono una "guerra" a base di ricorsi, subappalti e fallimenti. Una storia anche in questo caso controversa, ma che alla fine portò alla rinascita del teatro con un concerto inaugurale di Riccardo Muti alla presenza dell'allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. L'incendio del 1996 distrusse in poche ore il teatro lirico aperto oltre 200 anni prima e del quale rimasero solo i muri. I vigili del fuoco riuscirono a circoscrivere il rogo ed evitare che si propagasse anche alle case vicine, dato che l'edificio era irraggiungibile attraverso i canali, chiusi e messi a secco proprio per il restauro. Era rimasta semi-indenne una sola parte delle Sale Apollinee. La causa del fuoco, come venne ricostruito poi dall'allora pm Felice Casson, fu il dolo per il rischio di fallire da parte del titolare della ditta "Viet", Enrico Carella. Aiutato da suo cugino e dipendente, Massimiliano Marchetti, temeva le penali da pagare per il lavoro di elettricista, che non sarebbe stato consegnato entro i termini del contratto. Carella e Marchetti, un anno dopo l'incendio, vennero arrestati e poi condannati in via definitiva a sette anni di carcere per Carella - fuggito ma ritrovato in Messico - e a sei per Marchetti.

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