Bambini in carcere con le mamme, quanti sono e cosa dice la legge

Cronaca
Una detenuta nella sezione femminile del carcere di San Vittore, a Milano (foto d'archivio Fotogramma)

Sono 62 i bimbi, con 52 mamme, attualmente presenti nei penitenziari italiani. Dal 2007 sono stati creati in Italia cinque Icam (Istituti a custodia attenuata per detenute madri), più vicini a un asilo che a una prigione, per ridurre al minimo i traumi dei più piccoli

Il caso della madre detenuta nel carcere di Rebibbia che ha gettato i suoi due figli dalle scale riporta la condizione delle donne detenute al centro del dibattito sui penitenziari italiani. Tra le questioni più sentite c’è proprio quella delle madri che si trovano in carcere con figli al seguito. Ecco quali sono i numeri delle donne che si trovano in questa situazione, qual è la loro condizione e cosa prevede la legge italiana a riguardo.

Dove si trovano le donne detenute in Italia

In quali carceri si trovano le donne detenute? Gli istituti esclusivamente dedicati alle donne sono solo cinque: Empoli, Pozzuoli, Roma “Rebibbia”, Trani e Venezia “Giudecca”. Per il resto la loro detenzione è affidata a reparti appositi (52 in tutto) creati all’interno di carceri maschili. La legge n. 62 del 21 aprile 2011, dopo un progetto pilota a Milano, ha previsto la creazione di istituti a custodia attenuata (Icam), dedicati alla detenzione delle madri con i propri figli. Queste strutture, spiega l’associazione Antigone, sono state realizzate con lo scopo di creare un’“atmosfera di casa” quanto più possibile vicina a quella “normale”. Nelle intenzioni della legge gli Icam si avvicinano più a un asilo che a un carcere, in modo da evitare ai minori i traumi della detenzione. In Italia, oltre all’Icam di Milano, che ha svolto il ruolo di apripista nel 2007, sono già attivi quello di Venezia, Senorbì (in provincia di Cagliari), Lauro (Avellino) e Torino. In altri istituti, come Rebibbia a Roma, sono previsti solamente asili nido all’interno delle sezioni femminili.

I dati

Secondo gli ultimi dati della sezione statistica del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), aggiornati al 31 agosto 2018, sono presenti nelle carceri italiane in tutto 52 madri con 62 bambini, quasi equamente distribuite tra italiane (27 con 33 figli al seguito) e straniere (25 con 29 figli). Un numero in calo rispetto alla precedente rilevazione del marzo 2018, quando erano presenti nei penitenziari italiani 58 madri con 70 bambini. Il “record” spetta al carcere di Rebibbia, dove sono presenti 13 donne con 16 figli. Al 31 maggio del 2018 i bambini sotto i tre anni all'interno di penitenziari - in aree denominate "sezioni nido" – erano otto (con 7 mamme). Qui i bimbi possono restare con le madri fino all'età di 3 anni. Nei cinque Icam, dove si può restare fino ai 6 anni, ce n’erano - sempre al 31 maggio 2018 -  altri 18 (con 15 mamme).

Cosa dice la legge italiana sulle detenute con figli

In Italia è ancora in vigore la legge n° 354 del 26 luglio 1975 sull’ordinamento penitenziario, che consente alle madri detenute di tenere con sé i figli fino all’età di tre anni. La legge prevede l’inserimento di specialisti (ostetriche, ginecologi e pediatri) nelle carceri allo scopo di tutelare la salute psico-fisica dei bambini e delle loro madri, e l’istituzione di appositi asili-nido presso le strutture penitenziarie. Nel 2011, con la legge n. 62, è stato poi innalzato da tre a sei anni il limite di età dei bambini che possono vivere in carcere con le proprie madri. Sempre la legge n. 62 consente, salvo i casi di eccezionali esigenze cautelari dovute a gravi reati, la possibilità di scontare la pena in una Casa famiglia protetta, dove le donne che non hanno un posto possono trascorrere la detenzione domiciliare portando con sé i bambini fino a 10 anni. Si tratta di veri e propri appartamenti, non ci sono sbarre né cancelli. Le madri possono portare a scuola i figli e assisterli in ospedale se sono malati. Le Case famiglia protette sono strutture inserite nel tessuto urbano, possono ospitare un massimo di sei nuclei familiari e devono rispecchiare le caratteristiche di una casa: spazi personali, servizi, luoghi per giocare.

Le carenze della legge italiana

Nel suo ultimo rapporto, l’associazione Antigone sottolinea le principali carenze della legislazione italiana: “Da un lato si occupa di donne solo in quanto gestanti o madri, dall’altro prevede genericamente che ‘le donne sono ospitate in istituti separati o in apposite sezioni di istituto’”. Anche il Garante dei detenuti è intervenuto sulla situazione femminile nelle carceri, ricordandone in una relazione al Parlamento le principali criticità, come l’assenza di lavoro e progetti, a volte ridotti a stereotipi femminili passati, come per esempio il lavoro all'uncinetto. Per le visite ginecologiche in alcuni carceri si deve poi ricorrere a visite esterne perché tra gli specialisti non è previsto il ginecologo. Ed è assente poi la prevenzione dei tumori femminili.

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