Maugeri, sequestrati cinque milioni di euro a Formigoni

Cronaca

Il provvedimento nei confronti dell'ex presidente della Regione Lombardia è scattato a causa dei mancati risalcimenti stabiliti dalla sentenza del dicembre 2016 che, oltre alla condanna a sei anni per corruzione, prevedeva un versamento di tre milioni

Un sequestro conservativo per un valore di 5 milioni di euro, con oggetto i "crediti per cariche istituzionali", è stato eseguito a carico di Roberto Formigoni, l’ex presidente della Regione Lombardia. Il provvedimento della Procura regionale della Corte dei Conti della Lombardia rientra nell’ambito della vicenda Maugeri, per la quale Formigoni è stato condannato in primo grado a sei anni per corruzione. La Procura ha spiegato che la misura è stata presa perché allo "stato degli atti non risultano corrisposte le provvisionali" di risarcimento stabilite dal Tribunale di Milano con la sentenza del dicembre 2016, che ha condannato Formigoni anche a versare 3 milioni di euro, in solido con l'uomo d'affari Pierangelo Daccò e con l'ex assessore lombardo Antonio Simone, alla Regione Lombardia. I pm contabili hanno eseguito anche sequestri conservativi a carico di altri, tra cui l'ex faccendiere Pierangelo Daccò e l'ex assessore Antonio Simone, già condannati in sede penale. L'ammontare totale dei sequestri supera i 30 milioni.

A Formigoni sequestrati anche i vitalizi

Come emerso poi dagli atti della Procura contabile, firmati dal procuratore Salvatore Pilato e dai pm Antonino Grasso e Alessandro Napoli, i "crediti" per le cariche istituzionali ricoperte da Formigoni, oggetto di sequestro conservativo, sono l'assegno vitalizio da ex deputato ed ex senatore e il trattamento pensionistico per l'incarico di parlamentare europeo, ricoperto negli anni '80. E ancora il "vitalizio" e la "indennità di fine mandato" da ex presidente della regione Lombardia.

Le indagini

Per i pm della Corte dei Conti l'ex governatore lombardo "si è adoperato per 'deviare' la funzione pubblica a fini privati, avvalendosi dei 'mediatori/agevolatori' Pierangelo Daccò e Antonio Simone, con interventi e pressioni sugli uffici regionali, mirati alla precisa finalità di drenare illecitamente una ingentissima quantità di risorse pubbliche”. Al termine di "una complessa ed articolata attività istruttoria", spiega la Procura contabile, diretta da Salvatore Pilato, i magistrati hanno definito "gli accertamenti relativi al finanziamento da parte della Regione Lombardia della Fondazione Salvatore Maugeri, ente ospedaliero accreditato con il sistema sanitario regionale". Per i pm contabili, anche sulla base degli atti penali, è "emersa la distrazione dal finanziamento delle cosiddette funzioni non tariffabili, dei contributi regionali a finalità vincolata per l'importo stimato nell'invito a dedurre nella misura di euro 59.383.107". Contestato un danno erariale, dunque, di quasi 60 milioni nei confronti della Regione Lombardia.

Il sistema

Ed è emersa, spiegano i pm contabili, l'esistenza di "un sistema illecito composto da soggetti interni all'amministrazione regionale", tra cui proprio l'ex governatore Formigoni, "e da soggetti esterni, che hanno cooperato in consapevole concorso per la distrazione delle risorse economiche dalle finalità pubbliche". Il "provvedimento cautelare" disposto dai magistrati "è stato limitato alle quote di profitto realizzate da ciascuno dei presunti responsabili": 5 milioni a Formigoni, 4 milioni all'ex presidente della Fondazione Umberto Maugeri, 4 milioni all'ex direttore amministrativo Costantino Passerino e 10 milioni a testa a Daccò e Simone. I sequestri conservativi riguardano "beni immobili, crediti anche a titolo di vitalizio, conti correnti bancari" nei limiti "delle quote di arricchimento personale". Per l'11 luglio è fissata l'udienza di convalida dei sequestri conservativi.

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