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Inseguimento a Firenze, restano in carcere i due arrestati

Cronaca

Sono accusati di omicidio volontario per la morte di un 29enne, travolto dalle auto durante un regolamento di conti tra famiglie rom alla periferia della città. Convalidato l’arresto e confermata custodia in cella. Avrebbero espresso “enorme dispiacere”

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Restano in carcere le due persone accusate di omicidio volontario per la morte del 29enne Duccio Dini, travolto il 10 giugno scorso durante un inseguimento fra auto alla periferia di Firenze. A deciderlo è stato il gip Angelo Pezzuti, che per i due uomini ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in cella. Il 29enne è stato travolto e ucciso durante un regolamento di conti tra famiglie rom.

Hanno risposto alle domande ed espresso “enorme dispiacere”

Nell'udienza, effettuata nel carcere di Sollicciano e durata oltre due ore, le due persone arrestate - di 65 e 36 anni - hanno risposto alle domande del giudice. Dopo gli interrogatori, il pm Tommaso Coletta ha chiesto la secretazione degli atti. I due uomini, secondo quanto emerge da fonti legali, avrebbero espresso “enorme dispiacere” per le conseguenze della loro azione. Conseguenze che, avrebbero spiegato, “non erano nelle loro intenzioni”. "Ci saranno successivamente tutti i passaggi tecnici processuali – ha detto l'avvocato Nicola Muncibì, che li difende – ma ora, in questo momento di tragedia, il nostro pensiero e il nostro cordoglio va alla famiglia di Duccio Dini”.

La tesi dell'omicidio volontario

Il gip, convalidando l'arresto e emettendo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha avallato la tesi dell'omicidio volontario. L'alta velocità in auto in strade urbane di Firenze, viene fatto osservare, è elemento di fortissimo rischio per il verificarsi di incidenti mortali e le due persone erano tenute a saperlo, tanto più se impegnate a inseguirsi su più auto per regolare una faida familiare tra loro. Nell'inchiesta c'è un terzo uomo indagato, sempre dello stesso campo nomadi de Il Poderaccio. Non è sottoposto a misura cautelare e quindi non era possibile per lui nessun interrogatorio da parte del gip. Tuttavia, come atto di indagine, il pm potrebbe decidere nei prossimi tempi di interrogarlo per acquisire anche la sua versione dei fatti oltre a quella degli arrestati.