Tassa soggiorno non versata, sequestrati 163mila euro a imprenditore

Cronaca
Già nei giorni scorsi a Roma, la Guardia di Finanza aveva effettuato un sequestro nei confronti di due imprenditori per un totale di quasi 700mila euro (Fotogramma, foto d'archivio)

La Guardia di Finanza ha effettuato un sequestro preventivo nei confronti del proprietario di un residence a poca distanza da San Pietro, a Roma. L’evasione sarebbe durata due anni e l’indagato dovrà rispondere del reato di peculato

Il proprietario di un residence a poca distanza da San Pietro, a Roma, non avrebbe versato per due anni la tassa di soggiorno. Per questa ragione la Guardia di finanza, su richiesta della Procura, ha effettuato un sequestro preventivo di 163mila euro. L’indagato, il rappresentante legale della struttura ricettiva, dovrà rispondere del reato di peculato per non aver versato il contributo di soggiorno al comune di Roma negli anni 2016 e 2017.

Sempre a Roma, nei giorni scorsi, sequestri per 700mila euro

La tassa di soggiorno è stata istituita nel 2010 e prevede, secondo criteri di gradualità, un contributo a carico di chi alloggia nelle strutture alberghiere. A Roma la tassa va da 3 a 7 euro a persona fino a un massimo di 10 notti, da applicare a seconda del tipo di struttura. Con la sentenza numero 53467-2017 la Cassazione ha stabilito che non versare al Comune i soldi riscossi dai clienti costituisce reato di peculato. Contestando lo stesso reato, nei giorni scorsi  la Guardia di Finanza ha effettuato un sequestro nei confronti di due imprenditori, gestori di strutture alberghiere nel centro storico della Capitale, per un totale di quasi 700mila euro.

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