Poggibonsi, ordinano attacco con l'acido: “Non sposare nostra figlia”

Cronaca

I genitori, da tempo separati, non sopportavano l’idea che stesse con un uomo più grande di lei. Per questo hanno ingaggiato un sicario, che per due volte ha aggredito il futuro genero, sfregiandolo in modo permanente

Non potevano tollerare che la figlia sposasse un uomo più grande di lei di 27 anni. Così una coppia ha ordinato una doppia aggressione con l'acido muriatico contro il futuro genero, che al secondo tentativo è stato colpito al volto, rimanendo sfregiato in modo permanente. Per questo due genitori, lui 54 anni di origine calabrese, con alle spalle una condanna per omicidio, lei 45 anni, residente nel Fiorentino, sono stati arrestati dai carabinieri di Poggibonsi, in provincia di Siena. 

Il primo raid

Separati da tempo, i due avevano deciso di riunirsi per aggredire l'uomo che già negli ultimi tre anni avevano minacciato più volte verbalmente, arrivando a scrivere sopra la sua auto "pedofilo" con una bomboletta spray. La sua colpa, quella di avere 48 anni e di essere quindi troppo anziano per la figlia. Per attuare il piano, la coppia ha ingaggiato un sicario ancora non identificato, su cui si stanno concentrando in queste ore le indagini. Il primo attacco con l’acido risale al 23 febbraio scorso, quando il genero si trovava a San Gimignano: riuscì a salvarsi, proteggendosi con il braccio. Allarmato, decise di trasferirsi a Torino insieme alla compagna.

La nuova aggressione

Ma i due genitori ci hanno messo poco tempo a scoprire del trasferimento e hanno commissionato una seconda spedizione. Questa volta l'acido ha colpito il 48enne al volto, provocandogli gravi conseguenze e sfregiandolo in modo permanente. "Sei uno schifoso pedofilo, te lo meriti", avrebbe urlato l’autore del gesto che ha poi minacciato anche la ragazza.

Il trasferimento delle vittime in una casa protetta

Per i coniugi è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare disposta congiuntamente dalle procure di Siena e Torino. I due devono ora rispondere a vario titolo di maltrattamenti in famiglia, ingiurie e minacce di morte, atti persecutori e lesioni gravi. La coppia vittima delle persecuzioni è stata invece trasferita in una residenza protetta in Toscana. Il 20 dicembre 2018, in seguito alle indagini della magistratura di Torino, si scopre che l'uomo si sarebbe in realtà inventato tutto e che le aggressioni non sarebbero mai avvenute: per lui e la moglie è scattato l’arresto mentre sono stati scarcerati i genitori della giovane.

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