Torna l'ora legale, domenica si dorme di meno: lancette avanti alle 2
CronacaNonostante i tentativi al Parlamento europeo di abolire il passaggio da un'ora all'altra, nella notte tra il 24 e il 25 marzo si saluta quella solare. Con il cambio si guadagnano 60 minuti di luce: ci sarà un risparmio di energia e minori emissioni di Co2 nell'atmosfera
Il tentativo di abolirla non ha avuto successo: l’ultima domenica di marzo, anche quest'anno, resta il giorno del ritorno dell’ora legale, che prende il posto di quella solare. Domenica 25, alle due di notte, le lancette degli orologi dovranno essere spostate di un’ora avanti. Nella notte tra sabato e domenica si dorme un’ora in meno, ma per i prossimi sette mesi si guadagna un’ora di luce. Il cambiamento dell’ora nel 2018 avviene qualche giorno prima del solito: l’ultimo giorno del mese, il 31, è un sabato e quindi il cambio dell'ora avviene il week-end prima, nell'ultima domenica di marzo (che è il 25).
Utilizzata per la prima volta nel 1916
L'ora legale venne introdotta per la prima volta nel 1916 in Gran Bretagna e molti Paesi seguirono l'esempio negli anni successivi. L'idea però era venuta a Benjamin Franklin già nel 1784, che aveva escogitato questo stratagemma per risparmiare energia. Non è un caso che il primo utilizzo dell'ora legale sia avvenuto in tempo di guerra, quando il risparmio dell'energia è molto importante in ogni Paese. Ogni anno, i sette mesi di ora legale (l'ora solare tornerà a fine ottobre) permettono di posticipare l’uso della luce artificiale. E quindi di risparmiare energia. Nel 2017, secondo Terna, l'operatore che gestisce la rete elettrica, l’Italia ha risparmiato complessivamente 110 milioni di euro e 567 milioni di kilowatt ora, una quantità pari al consumo medio annuo di elettricità di oltre 200mila famiglie. Con risvolti positivi anche sulle emissioni di Co2: 320mila tonnellate in meno nell'atmosfera.
Il no all'abolizione
L'ora legale entra in vigore l'ultima domenica di marzo nei Paesi dell'Unione europea e termina l'ultima di ottobre. Lo scorso febbraio il Parlamento europeo ha respinto una riforma proposta dalla deputata francese dei Verdi Karima Dalli, e sostenuta da diversi eurodeputati, che intendeva abolire l’ora legale con la motivazione che "turbare due volte all'anno l'orologio interno degli individui porta danni alla salute". La richiesta citava decine di studi, che comunque non portavano a una conclusione definitiva. Dopo l’esame del Parlamento europeo la riforma è diventata una richiesta alla Commissione di una "valutazione approfondita della direttiva del 2000 e degli effetti del passaggio tra l'ora solare e quella legale" e non più l’interruzione del cambiamento semestrale dell’ora.