Terremoto in Emilia: Gdf scopre frodi per oltre 2 milioni, 9 denunce
CronacaI soggetti denunciati avrebbero ottenuto illecitamente i contributi per la ricostruzione dopo il sisma del 2012. Le truffe sarebbero state realizzate attraverso false dichiarazioni e false perizie da parte di proprietari di immobili e aziende
Le truffe sulle richieste dei contributi
In seguito a verifiche i finanzieri hanno denunciato nove persone concentrando i controlli nei confronti di beneficiari proprietari di costruzioni rurali, quelle più “sensibili” al rischio truffe perché in alcuni casi già inagibili e abbandonate prima del sisma di sei anni fa. Sul territorio modenese è stato individuato il titolare di un'azienda agricola che, secondo l'accusa, ha ottenuto indebitamente la concessione di contributi per un importo di oltre 500mila euro per la ricostruzione di due fabbricati rurali. Il titolare dell’azienda avrebbe dichiarato che i fabbricati erano funzionali alla ripresa dell'attività produttiva dell'intera impresa, perché utilizzati come deposito per macchinari agricoli. In realtà, ciò che vi era depositato era ormai in disuso. Il titolare dell'azienda agricola è stato denunciato insieme a due professionisti incaricati delle perizie.
Dichiarazioni false sugli immobili
In un altro caso, dalle indagini nei confronti di un soggetto beneficiario di un contributo di oltre un milione di euro per la demolizione e ricostruzione di fabbricati rurali è emerso che erano state rese dichiarazioni false circa lo stato di occupazione degli immobili al fine di percepire un contributo superiore a quello che gli spettava. Sono stati dunque denunciati per truffa e falso, in concorso, sia il proprietario dei fabbricati che il professionista incaricato di redigere la perizia asseverata e di inviare la domanda tramite la piattaforma Mude. L'ingiusto profitto conseguito, secondo quanto calcolato dai finanzieri, sarebbe di oltre 240 mila euro.
Denunciata anche due aziende
Per quanto riguarda le imprese, i finanzieri si sono concentrati su un'azienda che aveva presentato con il sistema Sfinge una domanda di contributo per danni alle scorte e la delocalizzazione temporanea ottenendo anche un contributo di oltre 320mila euro. Tuttavia, secondo le accuse, il beneficiario avrebbe omesso di dichiarare nella domanda che il danno subito alle scorte di merci era coperto da una polizza assicurativa multi-rischi per cui aveva già ricevuto il relativo indennizzo dalla compagnia. L'azienda avrebbe potuto ottenere quindi un contributo superiore all'entità del danno ammissibile. Denunciati per truffa sia l'impresa e sia il legale rappresentante dell'azienda. Eseguito, inoltre, un provvedimento di sequestro preventivo pari all'importo del contributo illecitamente percepito. Infine, nel corso di un altro controllo, è emerso che un'azienda attiva nel settore alimentare era riuscita ad ottenere indebitamente un contributo di circa 560mila euro per danni ai beni strumentali, omettendo di dichiarare che si trattava di beni di fatto in disuso da diversi anni e pertanto non inseriti nel ciclo produttivo aziendale. Anche in questo caso si ipotizza la responsabilità amministrativa della società e penale del suo legale rappresentante pro-tempore che sono stati denunciati all'autorità giudiziaria.