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Morte Pamela, i fermati sono tre. Procuratore: "Indagine chiusa"

Cronaca
Il condominio dove gli investigatori pensano sia morta Pamela Mastropietro e una foto della giovane

Oltre a Innocent Oseghale, già arrestato, per la morte della 18enne romana sono stati fermati il 29enne bloccato venerdì alla stazione di Milano e Desmond Lucky, già indagato ma finora a piede libero. Accelerazione alle indagini per "concreto pericolo di fuga"

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Sono tre le persone fermate nell'ambito dell'inchiesta per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana i cui resti sono stati trovati in due trolley in un fosso a Pollenza (Macerata). I tre fermati sono cittadini nigeriani. Oltre a Innocent Oseghale, già arrestato, sono stati fermati il 29enne bloccato venerdì alla stazione di Milano e Desmond Lucky, già indagato insieme a Oseghale ma finora a piede libero. Questi ultimi due, nella notte, sono stati interrogati per ore prima del fermo. I reati ipotizzati dalla Procura di Macerata sono concorso in omicidio, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere e concorso in spaccio di stupefacenti. Nella relazione preliminare inviata dal medico legale, ha fatto sapere la Procura, ci sono "elementi significativamente rilevanti" che la morte della ragazza sia stata causata da un "omicidio volontario".

"Riteniamo l'indagine chiusa"

Il procuratore Giovanni Giorgio ha spiegato che l'inchiesta "coinvolge tre indagati" e che, dopo i fermi, "riteniamo l'indagine chiusa". I provvedimenti cautelari dovranno essere convalidati dal gip. L'accelerazione all'inchiesta, ha aggiunto la Procura, si è resa necessaria per il fatto che "uno degli indagati si stava velocemente allontanando verso la Lombardia". Gli inquirenti non ne conoscevano l'identità ma "solo un nomignolo convenzionale".

Chi sono i fermati

I due nuovi fermati - oltre a Innocent Oseghale, 29 anni - sono Desmond Lucky, 22 anni, già indagato a piede libero per la morte della 18enne romana, e Awelima Lucky, 27 anni, anche lui cittadino nigeriano. I due, si legge in una nota della Procura, dimoravano rispettivamente a Montecassiano e Macerata. Durante gli interrogatori, che si sono svolti venerdì fino a tarda notte, "sono state espletate ulteriori indagini di natura tecnica e testimoniale" in base alle quali gli inquirenti hanno ritenuto che ci fossero "gravi indizi di reità a carico dei due indagati" e anche "concreto pericolo di fuga". "Si rimane tuttora - si legge ancora nella nota - in attesa dell'esito degli accertamenti medico-legali, scientifici e tecnici" del Ris dei carabinieri e dei consulenti. I due fermati sono stati portati nel carcere di Montacuto ad Ancona, in isolamento. Nella stessa struttura sono rinchiusi sia Innocent Oseghale, primo arrestato per la morte di Pamela, sia Luca Traini, accusato di strage aggravata per il raid xenofobo a colpi di pistola.

L’interrogatorio 

A portare i carabinieri sulle tracce dei due nuovi fermati sarebbero stati i risultati dell’autopsia e in particolare il modo in cui è stato sezionato il corpo della vittima. Gli inquirenti, infatti, sono convinti che lo smembramento del cadavere non possa essere stato eseguito da una sola persona. Il sospetto è che i due uomini potrebbero aver aiutato a sezionare e occultare il cadavere di Pamela. Oggi intanto nella città marchigiana, dopo la morte di Pamela e il raid razzista di Luca Traini contro alcuni migranti, si è svolta la manifestazione antifascista e antirazzista: vie blindate, scuole chiuse, stop agli autobus ma nessun incidente.