Selinunte, Sgarbi: entro 7 mesi in piedi le prime colonne del tempio

Cronaca
Il direttore del Parco archeologico di Selinunte Enrico Caruso e l'assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi a margine del convegno al baglio Florio (Ansa)

L’assessore regionale ai Beni culturali in Sicilia è intervenuto ad un convegno nel parco archeologico annunciando: "Farò vedere il preventivo ad un finanziatore importante che deve darci la sua adesione e individuerà gli sponsor. A marzo sapremo se ci sarà un mecenate”

“Credo che si potrà cominciare a mettere in piedi le prime colonne del tempio G di Selinunte entro sette mesi”. La tabella di marcia è stata stilata dall’assessore regionale ai Beni culturali in Sicilia, Vittorio Sgarbi, intervenuto ad un convegno al baglio Florio del parco archeologico selinuntino. "Entro questo mese avrò un preventivo vero che farò vedere a un finanziatore molto attendibile e importante che deve darci la sua definitiva adesione e che individuerà gli sponsor. E a marzo sapremo con certezza se ci sarà un mecenate”, ha spiegato Sgarbi.

“In 7 mesi in piedi le prime colonne del tempio”

Sgarbi è intervenuto al convegno "Valorizzazione e tutela dai rischi geologici della polis di Selinunte" che si sta svolgendo al baglio Florio, nell’ambito del quale sono stati presentati i risultati del primo di tre anni di una ricerca che i geomorfologi dell'Università di Camerino stanno svolgendo nel sito. "Il prezzo della ricostruzione di ogni colonna - ha aggiunto Sgarbi - è intorno ai 600 mila euro. Ho chiesto preventivi a quattro diversi fonti e quello più autorevole è della Soprintendenza del mare, ente capofila, con la Soprintendenza del sito che hanno elaborato un progetto intorno ai 12 milioni di euro’'.

Sgarbi: qui il metodo Fontana non funziona 

“In archeologia non possiamo adottare il 'metodo Fontana', come dire la razza greca contro gli stranieri che invece hanno fatto cose importanti”, ha detto Sgarbi all'Ansa, riferendosi alle controverse parole del candidato alla Regione Lombardia sulla razza. A Selinunte scavano giovani archeologi francesi, tedeschi e americani. L’assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia durante la sua visita ha spiegato che "se le scuole di archeologia straniere vengono in Italia è un segnale positivo di universalità del sapere. Anche in Italia abbiamo ottime scuole come quelle che stanno lavorando in Libia. Si tratta di una spartizione degli spazi di ricerca che in Italia ha dato agli stranieri delle occasioni importanti. L'archeologia è viva, non è morta”.

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