Morto dopo trapianto, i medici: “Cuore era sano”. Pm: “Non era idoneo”

Cronaca

Il San Camillo di Roma e il San Raffaele di Milano concordano nel dire che l’organo impiantato nell’uomo di 61 anni deceduto dopo l’operazione era sano. Ma la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti

Secondo i medici il cuore trapiantato era sano, secondo i pm romani invece non era adatto all’operazione. Sono due le versioni che si scontrano sul caso dell’uomo di 61 anni morto, poco più di un anno fa, all’ospedale San Camillo di Roma qualche giorno dopo aver ricevuto l’organo, arrivato nella capitale dal San Raffaele di Milano.

I due ospedali: “Il cuore era idoneo”

Concordano fra loro i due ospedali: il cuore era idoneo, procedure e protocolli sono stati seguiti alla lettera e l’organo è stato controllato più volte dalla fase dell’espianto a quella del trapianto. Inoltre, specificano dal San Raffaele, il donatore, un uomo di 48 anni, non era cardiopatico e non è morto d’infarto.

A Roma il fascicolo per omicidio colposo

Non sono d’accordo però i pm di Roma, che hanno aperto un fascicolo per "omicidio colposo" a carico di ignoti, inviato poi a Milano per competenza territoriale. Secondo una relazione del medico legale, il cuore non era idoneo e non poteva essere trapiantato. A questo punto, nel capoluogo lombardo, i pm dovranno decidere se nominare dei nuovi periti e fare ulteriori accertamenti.

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