Vaccini, sulla proroga la Regione Lombardia tira dritto

Cronaca
Valeria Fedeli (Foto di repertorio - Getty Images)

L'assessore al Welfare Giulio Gallera risponde al ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, che aveva criticato i 40 giorni concessi dal Pirellone ai genitori inadempienti per mettersi in regola. Ma "nessun bambino non vaccinato potrà frequentare gli asili nido"

"La Regione Lombardia non è fuori legge": con queste parole l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera risponde al ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, assicurando che "nessun bambino non vaccinato potrà frequentare gli asili nido". Nei giorni scorsi Fedeli aveva attaccato la Regione per la proroga di 40 giorni concessa per rispettare i termini fissati dalla Legge sulle vaccinazioni obbligatorie per l'iscrizione a scuola. Tale dilazione non era presente nel testo, pertanto si accusava la Lombardia di essere fuori legge. Ma la Regione lunedì approverà la delibera che darà la possibilità ai genitori inadempienti di mettersi in regola.

 

La replica di Gallera a Fedeli

"La legge nazionale sui vaccini - spiega Gallera - introduce il 'percorso formale di recupero dell'adempimento', ovvero incontri approfonditi e personalizzati con specialisti dei Centri vaccinali, per sciogliere dubbi e resistenze e compiere una valutazione approfondita delle condizioni sanitarie dei bambini. Mentre il regime ordinario, quindi a partire dal 2019, prevede che tutto questo avvenga prima dell'inizio della scuola, paradossalmente nella Circolare attuativa diramata il 16 di agosto dal ministero della Salute (a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico dei nido) questo momento viene cancellato". Questa è la principale obiezione, mossa da Gallera, che per questo ribadisce: "La Lombardia agisce nel rispetto della legge". Di conseguenza lunedì 4 settembre la Giunta regionale voterà l'approvazione della proroga per mettersi in regola con la legge sui vaccini. Nella conferenza stampa sulle linee attuative della legge per l'obbligo delle vaccinazioni negli asili nido, Gallera ha sottolineato che "la Regione ha deciso di dare la possibilità ai genitori inadempienti, in tempi anche più brevi di quelli previsti in regime ordinario, di mettersi in regola, altrimenti il bambino non può frequentare", ha spiegato l'assessore. Che ha aggiunto: "Il problema non è fermarsi alla mera forma, ma ottenere il risultato della sostanza, che è quello di vaccinare i bambini. Escludere un bambino il cui genitore il 10 settembre non presenta la documentazione, magari per una distrazione o un impedimento o perchè ha bisogno di ottenere più informazioni, è un errore madornale, perché avremo un bambino non vaccinato". Nei giorni scorsi il ministro Fedeli aveva ribadito l'importanza del tema vaccini, argomento "che riguarda la salute e la sicurezza dei bambini". E, commentando la scelta della Regione Lombardia, ha aggiunto che "indipendentemente da chi pensa di fare ricorso, la maggioranza delle Regioni sta cercando di applicare la legge, facilitando famiglie e scuole. Mi sembra l'elemento più utile di tutti".

 

La situazione nelle altre regioni

Intanto, il tema delle vaccinazioni obbligatorie continua a far discutere anche in Veneto, dove il presidente della Regione Luca Zaia ha ricordato di aver presentato ricorso alla Consulta per bloccare il provvedimento. Dalla Regione Lazio arriva l'autorizzazione per i genitori di presentare l'autocertificazione, mentre il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca si sta impegnando in una massiccia campagna di comunicazione per le vaccinazioni, prendendo le distanze da Michele Emiliano. Il presidente pugliese infatti nei giorni scrosi aveva annunciato che assisterà nei ricorsi i genitori contrari all'obbligo vaccinale, criticando la legge per la presenza della "scappatoia" delle multe e per la necessità non di fissare divieti ma di fornire alla popolazione maggiori informazioni. Inoltre, anche al di fuori dei confini nazionali il tema delle vaccinazioni obbligatorie inizia a farsi pressante. La Francia infatti ha appena confermato l'obbligo di 11 vaccinazioni a partire dal 1° gennaio 2018.

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