Milano, donna incinta sperona auto della polizia e investe agente
CronacaArrestata una 38enne al quinto mese di gravidanza, che aveva cercato di darsi alla fuga insieme al compagno dopo un furto in un'area di servizio. Lievemente ferito il poliziotto, a cui sono stati dati 5 giorni di prognosi
Resistenza a pubblico ufficiale. È questo il capo d'imputazione che ha portato all'arresto di una donna di 38 anni, incinta, che il 29 agosto avrebbe compiuto un furto in un'area di servizio per poi tentare di darsi alla fuga in macchina, forzando un posto di blocco e investendo un agente della polizia stradale.
Il furto e la fuga
Secondo le prime ricostruzioni rese note dagli inquirenti, la donna, che aveva già precedenti per furti, era alla guida di un'automobile con a bordo il compagno e una delle due figlie e si era data alla fuga dopo aver rubato una borsa nell'area di servizio di Muggiano est. Dopo il furto, l'auto della coppia è stata bloccata da una volante della polizia stradale che si è messa di traverso per impedirgli di ripartire. Ma la donna sarebbe riuscita a forzare il blocco speronando la vettura degli agenti e a proseguire la sua corsa. Nel lungo inseguimento successivamente scattato in tangenziale, l'auto dei fuggitivi è riuscita a speronare ancora una volta la volante della polizia per poi imboccare l'uscita di Quinto Romano.
L'agente investito
Dopo essere stata fermata dagli agenti, la donna, al quinto mese di gravidanza, ha anche investito un agente. Che, come spiegato nell'imputazione, è stato “trascinato per qualche metro”. Per lui, rimasto ferito lievemente, i medici hanno disposto una una prognosi di 5 giorni. Non si hanno ancora notizie del compagno della donna che, dopo il fermo, è riuscito a scappare a piedi evitando l'arresto da parte degli agenti.
Processo con rito direttissimo
La donna, arrestata su disposizione del pm di Milano, ha subito un primo processo con rito direttissimo alla fine del quale il giudice, Ambrogio Moccia, ha disposto per lei la misura cautelare in un istituto di custodia attenuata per madri detenute (Icam). A influire sulla decisione del giudice ci sarebbe stata la “estrema pericolosità” della “condotta posta in essere” dalla donna. L'arrestata, che lavora saltuariamente come stiratrice a chiamata, avrebbe infatti tentato di fuggire malgrado il suo stato interessante e nonostante sul sedile posteriore dell'auto lanciata ad alta velocità in tangenziale fosse seduta una delle due figlie minorenni.
Il 5 settembre un secondo processo
Davanti al giudice l'avvocato difensore della donna, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere in udienza, ha chiesto la concessione dei domiciliari, misura alla quale era già sottoposta da subito dopo il suo arresto. Nel rigettare l'istanza della difesa il magistrato ha chiarito che i domiciliari non sono adeguati, anche perché il compagno che era con lei è scappato ed è ancora a piede libero. Inoltre, secondo quanto precisato dal magistrato, alla donna già "generosamente" è stato contestato in fase d'arresto solamente il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il processo per resistenza e furto è stato fissato per il prossimo 5 settembre.