La ragazzina era in attività di addestramento con l'istruttore, 44 anni, titolare di una scuola di diving. Anche lui ha perso la vita. Sequestrata una videocamera subacquea per ricostruire la dinamica dell'incidente
La ragazzina di 13 anni morta insieme all’istruttore durante un’immersione lo scorso 13 agosto nelle acque di Ischia non aveva il brevetto ed era in attività di addestramento. E’ quanto emerge dalle indagini della Guardia costiera. Le autopsie dei due corpi verranno eseguite il 17 agosto.
Istruttore: non avrebbero dovuto andare lì
Un esperto istruttore di speleologia subacquea di Siracusa ha commentato all’ANSA: "Non doveva entrare neanche l'istruttore in quella cavità senza uno specifico addestramento, cioè senza un brevetto speleologico, che comporta uno speciale addestramento ed una attrezzatura specifica".
"L' attrezzatura più importante – ha aggiunto l'istruttore - è il 'filo di Arianna', un sottile cavo legato al sub in immersione. Ad ogni modo, l' istruttore non doveva portarci la ragazzina in addestramento".
Sequestrata una videocamera subacquea
Intanto gli investigatori continuano a lavorare per ricostruire la dinamica esatta dell’incidente in apnea. È stata sequestrata una videocamera subacquea che l’istruttore, 44 anni, titolare di una scuola di diving, aveva portato sott’acqua nella Secca delle Formiche. Le immagini registrate dalla telecamera saranno visionate da un consulente tecnico della Procura di Napoli.