Oltre al primo cittadino, accusato di falso materiale e falso ideologico, l'inchiesta riguarda altre sei persone, tra cui due ex manager dell'Esposizione universale
Il gip di Milano Lucio Marcantonio ha disposto la proroga per altri 6 mesi delle indagini sulla Piastra di Expo in cui è indagato il sindaco di Milano Beppe Sala, come chiesto dal sostituto pg Felice Isnardi. E' quanto si è appreso da fonti giudiziarie. Oltre al primo cittadino, accusato di falso materiale e falso ideologico, l'inchiesta riguarda altri sei indagati, tra cui due ex manager di Expo.
L'inchiesta - L'istanza di poter proseguire fino al 10 giugno prossimo l'inchiesta con al centro l'appalto sulla Piastra dei servizi di Expo, quello più rilevante e del valore di 272 milioni di euro, era stata avanzata lo scorso 6 dicembre dal sostituto pg Isnardi in seguito all'avocazione delle indagini ai pm da parte della Procura generale, guidata da Roberto Alfonso. Il pg Isnardi, dopo aver sfilato di mano il fascicolo alla Procura, ai nomi dei cinque indagati originari - gli ex manager di Expo Antonio Acerbo e Angelo Paris, l'ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita e gli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque (per loro le accuse a vario titolo sono corruzione e turbativa d'asta) - ha ritenuto di aggiungere quelli di Sala, e dell'imprenditore Paolo Pizzarotti, accusato di tentata turbativa d'asta.
L'accusa nei confronti di Sala - Secondo l'accusa, Sala, in qualità di ad e commissario unico per l'Esposizione Universale, avrebbe retrodatato nel maggio 2012 due verbali di nomina "della commissione aggiudicatrice" della gara d'appalto per la Piastra dei Servizi con "l'intento di evitare di dover annullare la procedura fin lì svolta" anche per il "ritardo" che si era già accumulato sui "cronoprogrammi" dell'Esposizione Universale.
L'autosospensione de sindaco - Quando, a metà dicembre, aveva saputo dalla stampa dell'indagine, il primo cittadino aveva annunciato la sua autosospensione, per poi tornare al suo posto dopo qualche giorno, in seguito a un chiarimento tra il suo legale e la procura.