Cyberbullismo e privacy su internet, ecco la guida per le scuole

Cronaca
La legge contro bullismo e cyberbullismo è stata approvata alla Camera il 21 settembre (Getty Images)
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Il Garante per la privacy ha redatto un vademecum, distribuito a tutti gli istituti per un uso più responsabile della tecnologia

Una guida per gestire la riservatezza dei minori è stata distribuita nelle scuole italiane. Il documento, intitolato “La scuola a prova di privacy” e prodotto dal Garante, è un opuscolo di 39 pagine che risolve i dubbi legati alla raccolta e all'uso dei dati sensibili per aiutare studenti, famiglie, professori e la stessa amministrazione scolastica a non commettere errori.

 

Salute ed esami - L'istituto scolastico non deve fornire, nemmeno indirettamente quando comunica i risultati degli esami, "informazioni sulle condizioni di salute degli studenti, o altri dati personali". Ad esempio "non si può pubblicare on line una circolare contenente i nomi degli studenti portatori di handicap", perché questo rivelerebbe una condizione che lo studente ha diritto a tenere riservata. Non lede invece la privacy l'insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardanti il loro mondo personale o familiare. Il Garante affida alla sensibilità di ciascun docente "la capacità di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze didattiche e la tutela dei dati personali", per esempio quando si procede alla lettura di fronte a tutti dei temi personali.

 

Raccolta dei dati personali - Sarà possibile raccogliere informazioni personali dagli studenti, a fini di ricerca e da soggetti legittimati, solo se i ragazzi (o i genitori se si tratta di minori) sono stati preventivamente informati sulle modalità di trattamento e conservazione dei dati raccolti e sulle misure di sicurezza adottate: in ogni caso lo studente deve essere lasciato libero di non aderire alla raccolta. È invece sempre vietato l'uso dei dati presenti nell'albo scolastico per fini commerciali, come l'invio di promozioni o materiale pubblicitario.

 

Reddito, mensa e scuolabus - Non si possono inoltre pubblicare i nominativi degli studenti in ritardo con i pagamenti della mensa o di quelli che usufruiscono gratuitamente del servizio perché appartenenti a famiglie a basso reddito. Le comunicazioni online visibili a tutti devono essere solo quelle di carattere generale, mentre per le comunicazioni dirette ai singoli sono previsti canali di comunicazione privati: "il gestore del servizio mensa deve inviare alle famiglie i bollettini di pagamento in busta chiusa". Vietato anche l'uso di buoni pasto di colori diversi per le diverse fasce di reddito delle famiglie. Allo stesso modo non bisogna fornire informazioni sugli alunni che usufruiscono dei servizi di scuolabus, evitando di pubblicare online elenchi di nominativi e di indicare le fermate di salita-discesa, per non favorire eventuali malintenzionati.

 

Foto, video e social - La guida si occupa anche dei comportamenti errati di studenti e genitori in buona fede. Ad esempio si spiega come sia possibile fotografare i bambini durante recite e uscite scolastiche, ma solo a patto di utilizzare le immagini per fini personali e in ambito familiare. Va invece evitata la diffusione delle stesse fotografie su internet e in particolare sui social network, dove diventa necessario ottenere il consenso esplicito delle persone ritratte. Anche la registrazione delle lezioni, ammissibile per motivi di studio, diventa illegale se seguita dalla pubblicazione online dell’audio senza l’approvazione dei professori. Le singole scuole poi possono decidere di inibire le registrazioni, anche se deve essere garantito agli studenti con disturbi specifici "il diritto di utilizzare tutti gli strumenti compensativi che li riguardano".

 

Sistemi di sorveglianza - Un altro tema d'attualità è quello della videosorveglianza: è possibile installare un sistema di telecamere negli istituti "per tutelare l’edificio e i beni scolastici,circoscrivendo le riprese alle sole aree interessate, come ad esempio quelle soggette a furti e atti vandalici". La videosorveglianza però, può essere attivata solo dopo l'orario di chiusura e quindi non riguarda le attività scolastiche degli studenti. Le aree perimetrali esterne, invece, possono essere riprese per finalità di sicurezza anche di giorno, a patto che le telecamere non inquadrino luoghi non pertinenti con l'edificio e che la loro presenza sia segnalata da appositi cartelli.

 

Cyberbullismo e sexting - Il corretto uso della guida, secondo le intenzioni dell’autorità garante per la privacy, è anche un valido strumento contro la diffusione di cyberbullismo e sexting. Del resto, un disegno di legge in corso di approvazione definitiva dal Senato è stata la risposta del governo a un problema in crescita nelle classi italiane: contro aggressioni e molestie realizzate attraverso la rete o i servizi di messaggistica, le vittime potranno chiedere la rimozione dei contenuti online e i responsabili rischiano da 1 a 6 anni di reclusione (se maggiori di 14 anni). In ogni istituto verrà inoltre selezionato un referente per le iniziative anti-cyberbullismo, che si occuperà anche dei casi di "sexting", ovvero l’invio di messaggi e immagini con contenuti esplicitamente sessuali.

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