Catania, donna incinta muore con i gemelli. Indagati 12 medici

Cronaca

La procura sottolinea che si tratta di un atto dovuto per eseguire l’autopsia sul corpo della donna. Intanto, dall’analisi della cartella clinica, si apprende che il medico in servizio non si sarebbe dichiarato obiettore di coscienza

La Procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati 12 medici del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania per il caso di Valentina Milluzzo, la 32enne morta per delle complicazioni alla 19esima settimana di gravidanza. La donna, incinta di due gemelli, nati morti, era alla prima gravidanza. Venerdì ariveranno in ospedale gli ispettori del ministero della Salute.

Un atto dovuto - Il reato ipotizzato è omicidio colposo plurimo. Ma l'iniziativa, si sottolinea dalla Procura, è un atto dovuto dopo la denuncia dei familiari della donna per eseguire l'autopsia come atto irripetibile. Gli indagati sono tutti i medici in servizio nel reparto ad eccezione del primario, Paolo Scollo, e dell'assistente Emilio Lomeo, che erano assenti.  

Medico non si dichiarò obiettore - In base ai primi riscontri, si apprende che il medico che si è occupato di Valentina Milluzzo non si sarebbe dichiarato obiettore di coscienza. Secondo i magistrati, la ricostruzione dei familiari della vittima (in base alla quale il medico obiettore di coscienza si sarebbe rifiutato di estrarre i due feti che erano entrati in crisi respiratoria) "al momento non trova alcun riscontro" in un atto ufficiale e documentale, qual è la cartella clinica.

Il primario: obiezione coscienza non c'entra
- Il primario Paolo Scollo, nel corso di una conferenza stampa tenuta in giornata, ha voluto precisare che tutti i medici del reparto di ginecologia e ostetricia sono obiettori di coscienza. “Ma questo - ha spiegato - non ha alcuna rilevanza né col caso (di Valentina Milluzzo, ndr) né col servizio reso a chi vuole fare ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza". "Nella nostra struttura - ha aggiunto il prof. Scollo - c'è sistema che permette di intervenire per l'interruzione volontaria di gravidanza, che è programmabile. Ma quando c'è bisogno di un intervento urgente per un caso come quella della paziente si interviene e basta. Non c'entra niente essere obiettori o meno, in quel caso siamo soltanto medici e dobbiamo intervenire per salvare vite". 

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