Sono passati quasi sei anni da quel 26 novembre del 2010 in cui la 13enne scomparve a poche centinaia di metri da casa
E' il giorno della sentenza per Massimo Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio pluriaggravato di Yara Gambirasio. I giudici della Corte d'assise di Bergamo emetteranno il loro verdetto: ergastolo con isolamento diurno per sei mesi come chiesto dall'accusa oppure una pena 'ammorbidita' da possibili attenuanti per il muratore incensurato o, come chiede la difesa, la libertà immediata dopo due anni in carcere (TUTTE LE FOTO - I VIDEO).
Bossetti parlerà ai giudici - Sarà Bossetti a parlare nell'ultima udienza per ribadire l'impossibilità di confessare un delitto non commesso, per chiedere di non condannare un innocente.
Dna, la prova regina dell'accusa - Dichiarazioni spontanee prima che la giuria, composta da due togati e da sei giudici popolari, si ritiri in camera di consiglio per decidere se è lui il colpevole della morte della 13enne di Brembate di Sopra. I giudici dovranno valutare quanto emerso nel processo di primo grado durato un anno: 45 udienze in cui accusa e difesa si sono date battaglia nel ricostruire quanto accaduto il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa della giovane ginnasta. Al centro dell'inchiesta durata quattro anni c'è il Dna: la traccia biologica trovata sugli slip e sui leggings della vittima attribuita a 'Ignoto 1' poi identificato in Bossetti, finito in carcere il 16 giugno 2014.