Terrorismo, arrestato un iracheno a Bari. Una decina gli indagati

Cronaca

Majid Muhamad, 45 anni, fermato dagli agenti della Digos per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: avrebbe agevolato l'ingresso in Europa di "soggetti legati all'area del fondamentalismo islamico combattente". Ha già scontato una condanna per terrorismo internazionale. Le altre persone indagate per supporto a foreign fighter

Gli agenti della Digos di Bari hanno arrestato Majid Muhamad, 45 anni, cittadino iracheno, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nell'ambito di un’indagine sul terrorismo di matrice islamica. L’uomo, che ha già scontato una condanna a 10 anni per terrorismo internazionale, avrebbe favorito l'ingresso in Europa di soggetti collegati alla pericolosa cellula terroristica italiana del gruppo Ansar Al Islam. Almeno una decina, poi, le persone indagate per aver fornito supporto logistico a foreign fighter.

Contatti con soggetti ritenuti contigui ad Ansar Al Islam - Stando alle indagini coordinate dal pm Roberto Rossi, Majid Muhamad avrebbe promosso, diretto e organizzato l'ingresso illegale in Italia di numerosi stranieri utilizzando documenti contraffatti. L’uomo avrebbe commesso il reato che gli viene contestato per “permettere di far entrare in Europa soggetti in qualche modo legati all'area del fondamentalismo islamico combattente”. Fra marzo e settembre 2015 avrebbe fornito assistenza e alloggio a Bari a 11 cittadini di Pakistan, Egitto, Iran, Marocco e Turchia. Nello stesso periodo la Procura di Bari, attraverso intercettazioni telefoniche, ha accertato contatti dell'indagato con numerosi soggetti ritenuti contigui all'organizzazione terroristica Ansar Al Islam, alcuni dei quali arrestati nei giorni scorsi su disposizione della Procura di Roma.

Già scontata una condanna per terrorismo internazionale - "L'attività d'indagine ha accertato – è scritto negli atti di Bari – che l'indagato si è ricollegato alla rete della cellula terroristica per la quale ha subito la condanna poi scontata”. L’uomo, infatti, ha già scontato in Italia 10 anni di carcere inflitti dal Tribunale di Milano per terrorismo internazionale. Stando alle indagini della Procura di Milano, confermate da una sentenza ormai passata in giudicato, il 45enne iracheno apparteneva ad una cellula con base a Parma e inserita nella black list dei gruppi terroristici internazionali, fondata nel 2001 dall'emiro Mullah Krehar e attualmente dimorante in Norvegia. Muhamad, secondo quanto emerso dalle indagini di Milano, aveva il ruolo di “raccordo tra i capi dell'organizzazione transnazionale e l'attività dei membri della cellula italiana, con particolare riferimento all'approvvigionamento di documenti falsi" e all'accoglienza, "in alcuni campi di addestramento dislocati nel Kurdistan e nella Siria, di volontari per la jihad reclutati in Europa". Majid Muhamad era libero da gennaio scorso e aveva vinto un ricorso presentato al Tribunale di Cosenza contro un provvedimento di espulsione emesso alcuni mesi prima dal prefetto della stessa città.

Il questore di Bari: nessun attentato pianificato - Nelle telefonate intercettate dalla Procura antimafia di Bari emergerebbe l'utilizzo di un linguaggio definito “criptico" dagli inquirenti: dalle “arti marziali”, all'acquisto di “tartufi” e a “lavori di pulizie”. In una telefonata del 4 marzo, ad esempio, si parla di due chili di tartufi che la moglie di Majid gli avrebbe spedito dall'Iraq. Secondo gli investigatori, i tartufi erano esplosivi. “Non ci sono al momento elementi che ci portino a pensare che stessero pianificando un'azione terroristica a Bari, sul territorio nazionale o a livello internazionale”, dice il questore di Bari, Antonio De Iesu. Ma aggiunge: “Le indagini sono ancora in corso”.

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