Operazione della Digos di Brescia nei confronti di cittadini kosovari accusati anche di istigazione all'odio razziale: propagandavano l’ideologia jihadista anche sul web. Riferimenti a Parigi ("E’ solo l’inizio") e al Papa ("Questo sarà l’ultimo"). Blitz in diverse città italiane. Alfano a Sky TG24: "Contro il terrorismo bisogna stare uniti"
Operazione antiterrorismo della polizia: quattro arresti e diverse perquisizioni nei confronti di cittadini kosovari accusati di apologia di terrorismo e istigazione all'odio razziale. Il blitz, in collaborazione con le autorità kosovare, è scattato contemporaneamente in alcune città italiane e in Kosovo. "Contro il terrorismo bisogna stare uniti", ha commentato a Sky TG24 il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Il messaggio, spiega il ministro, è che "in Italia si può stare rispettando le leggi. Dicendo parole che violano le nostre regole di comportamento allora si viene cacciati".
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"Propagandavano l'ideologia jihadista" - L'indagine è stata condotta dagli uomini della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, l'Antiterrorismo italiano, e da quelli della Digos di Brescia. Gli investigatori hanno ricostruito contatti e organigramma di una presunta organizzazione terroristica che, anche attraverso l'uso della rete e dei social network, propagandava l'ideologia jihadista. Le indagini sono state infatti avviate nel 2014 in seguito all'individuazione su Facebook del gruppo "con te o senza di te il Califfato è ritornato". A questo gruppo su Facebook aveva aderito anche la presunta "mente", il kosovaro Imishti Samet.
"Operazione Van Damme" - L'operazione è stata chiamata "Van Damme", proprio prendendo spunto da uno dei messaggi lasciati dal gruppo. "Questo nome l'abbiamo scelto - ha spiegato il direttore della Digos, Giovanni De Stavola - partendo da un messaggio che mostrava delle immagini cruente e le commentava con la scritta 'non siamo né Rambo né Van Damme, ma facciamo fatti veri'. E anche noi facciamo fatti veri".
Disposta una misura di sorveglianza speciale - Dalle indagini, è emersa "la presenza di pericolosi indicatori di fanatismo religioso estremistico a carico dei componenti del gruppo criminale, i quali sul Web si mostravano con armi e atteggiamenti caratterizzanti i combattenti del sedicente Stato Islamico", si legge nella nota. In particolare, a carico di uno dei fermati è stata disposta, per la prima volta, la misura di sorveglianza speciale per terrorismo, su richiesta avanzata direttamente dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
Frasi su Parigi e sul Papa - Tra i messaggi e le frasi minacciose postate in Rete dagli arrestati anche riferimenti agli attentati di Parigi e a Papa Francesco. "Ricordatevi che non ci sarà più un Papa dopo questo, questo è l'ultimo", è una delle frasi citate nell’indagine. "Parigi a lutto, la torre senza luci, 158 morti, questo è solo l'inizio" è un altro dei messaggi postati su Facebook dal leader del gruppo terroristico scoperto dalla Digos.
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