Omicidio Rea, pena ridotta a 20 anni per Salvatore Parolisi

Cronaca

La sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Perugia nei confronti dell'ex caporal maggiore dopo l'esclusione in  Cassazione dell'aggravante della crudeltà. Non riconosciute le attenuanti generiche. Il fratello di Melania: "Fatta giustizia"

Salvatore Parolisi è stato condannato a venti anni di carcere dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia per l’omicidio della moglie Melania Rea, dopo una breve camera di consiglio al termine dell'udienza disposta dalla Cassazione per ricalcolare la pena dopo l'esclusione dell'aggravante della crudeltà. La Corte ha ridotto così la pena da 30 anni (condanna in appello con rito abbreviato) a 20 anni e non ha concesso le attenuanti generiche, che avevano chiesto gli avvocati dell’ex caporalmaggiore. Una richiesta a cui in mattinata si erano opposti il sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola e la parte civile assistita dall'avvocato Mauro Gionni, che aveva ricordato l'atteggiamento tenuto dal caporalmaggiore dopo la sparizione della moglie Melania Rea.

Fratello di Melania: “Ha avuto giustizia ma nessuno ce la ridarà” –
“Melania ha avuto giustizia ma purtroppo nessuno ce la ridarà". Il fratello Michele commenta così la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Perugia. "E' duro ricominciare - ha detto - ma lo faremo con la consapevolezza che l'assassino resterà un bel po' di anni in carcere. Da domani potremo ricominciare, lo dico tra virgolette, una nuova vita".

Legale famiglia Rea: "Fa discutere applicazione o meno crudeltà" - "Quello che fa discutere è l'applicazione o meno della crudeltà e se il fatto di aver dato tutte quelle coltellate, aver lasciato la moglie agonizzante e di averlo fatto alla presenza consapevole da parte della madre della figlia sul posto costituisca o meno crudeltà. Al di là dell'aspetto giuridico certamente dal punto di vista del comune buon senso ciò mi appare incomprensibile" afferma il legale della famiglia Rea, l'avvocato Mauro Gionni che, parlando con i giornalisti all'uscita da Palazzo di Giustizia. Poi ha ricordato che Parolisi "non ha più la patria potesta'" sulla figlia Vittoria e che questo "è stato definitivamente stabilito con le sentenze che sono oramai definitive".

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