Scontri finale Coppa Italia, condannato "Genny 'a carogna"
CronacaDue anni e due mesi di reclusione, senza la sospensione condizionale, per l’ultrà del Napoli riconosciuto responsabile di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e violazione della normativa sugli stadi. Assolto per la maglietta "Speziale libero"
Due anni e due mesi di reclusione, senza la sospensione condizionale: è la condanna che il gup Giulia Proto ha inflitto, al termine del giudizio abbreviato, a Gennaro De Tommaso, il capo tifoso del Napoli meglio conosciuto con il soprannome di “Genny la carogna”, per gli episodi avvenuti il 3 maggio dentro e fuori dallo stadio Olimpico di Roma in occasione della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina, poco prima che un colpo di pistola ferisse il tifoso napoletano Ciro Esposito (morto poi il 25 giugno).
De Tommaso, assistito dagli avvocati Lorenzo Contucci e Giovanna Castellano, è stato riconosciuto responsabile del reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale per aver cercato di fronteggiare il cordone delle forze dell'ordine che presidiavano il percorso assegnato ai tifosi partenopei fino all'impianto sportivo e della violazione della normativa sugli stadi per essersi seduto a cavalcioni sulla cancellata della curva nord.
Assolto per la maglietta su Speziale - De Tommaso è stato invece assolto, per non aver commesso il fatto, dall'accusa di aver istigato al lancio di ordigni esplodenti e corpi contundenti verso il campo di gioco e, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di aver indossato ed esibito una maglietta con la scritta “Speziale libero”.
L’accusa aveva chiesto 3 anni e 6 mesi - De Tommaso era stato arrestato, e l'accusa aveva chiesto tre anni e sei mesi contestando i reati di resistenza a pubblico ufficiale, incitamento alla violenza, per aver indossato la maglietta con su scritto “Speziale libero”, lancio di fumogeni e scavalcamento. Attualmente è sottoposto al solo obbligo di firma e al Daspo per il quale pende ricorso al Tar.
Altre 3 ultrà condannati - La condanna a un anno e otto mesi di carcere (pena sospesa) è stata inflitta, invece, ad altri tre ultrà napoletani (Mauro Alfieri, Genny Filacchione e Salvatore Lo Presti) che rispondevano di concorso in resistenza aggravata a pubblico ufficiale assieme a De Tommaso.
Rito ordinario per un altro tifoso - Ha scelto, infine, di essere giudicato con il rito ordinario, un quinto tifoso partenopeo, Massimiliano Mantice accusato dalla procura di aver superato "indebitamente una recinzione, sedendosi sulla cancellata della curva Nord" poco prima dello svolgimento della finale tra Fiorentina e Napoli.
De Tommaso, assistito dagli avvocati Lorenzo Contucci e Giovanna Castellano, è stato riconosciuto responsabile del reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale per aver cercato di fronteggiare il cordone delle forze dell'ordine che presidiavano il percorso assegnato ai tifosi partenopei fino all'impianto sportivo e della violazione della normativa sugli stadi per essersi seduto a cavalcioni sulla cancellata della curva nord.
Assolto per la maglietta su Speziale - De Tommaso è stato invece assolto, per non aver commesso il fatto, dall'accusa di aver istigato al lancio di ordigni esplodenti e corpi contundenti verso il campo di gioco e, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di aver indossato ed esibito una maglietta con la scritta “Speziale libero”.
L’accusa aveva chiesto 3 anni e 6 mesi - De Tommaso era stato arrestato, e l'accusa aveva chiesto tre anni e sei mesi contestando i reati di resistenza a pubblico ufficiale, incitamento alla violenza, per aver indossato la maglietta con su scritto “Speziale libero”, lancio di fumogeni e scavalcamento. Attualmente è sottoposto al solo obbligo di firma e al Daspo per il quale pende ricorso al Tar.
Altre 3 ultrà condannati - La condanna a un anno e otto mesi di carcere (pena sospesa) è stata inflitta, invece, ad altri tre ultrà napoletani (Mauro Alfieri, Genny Filacchione e Salvatore Lo Presti) che rispondevano di concorso in resistenza aggravata a pubblico ufficiale assieme a De Tommaso.
Rito ordinario per un altro tifoso - Ha scelto, infine, di essere giudicato con il rito ordinario, un quinto tifoso partenopeo, Massimiliano Mantice accusato dalla procura di aver superato "indebitamente una recinzione, sedendosi sulla cancellata della curva Nord" poco prima dello svolgimento della finale tra Fiorentina e Napoli.