Il materiale killer, vietato dal 1992, è ancora presente in molti edifici. In tutto il paese, ce ne sarebbero ancora 32 milioni di tonnellate. I luoghi da risanare potrebbero essere più di 500mila. A Roma 20 tetti contaminati in 2 km quadrati: il video
Quanto amianto c'è in Italia e quanti sono i siti da bonificare? Un dato ancora difficile da quantificare, anche perché il materiale è stato usato per anni in ogni tipologia di costruzione come legante. Secondo il piano nazionale del Ministero dell'Ambiente sarebbero quasi 34mila i punti in cui l'asbesto è presente, ma il dato potrebbe non essere realistico. I luoghi da bonificare, infatti, potrebbero essere più di 500mila, per un totale di oltre 32 milioni di tonnellate presenti sul territorio nazionale.
Bonificati meno di 1000 siti su 30mila - Secondo la mappa del ministero, a luglio scorso ne erano stati sanati appena 832. 339 i punti parzialmente decontaminati. Ma 30mila sono ancora lì, in attesa di interventi. La concentrazione più pericolosa resta nelle fabbriche che vino a vent'anni fa lavoravano il materiale, dalla tristemente nota Eternit di Casal Monferrato, fino a Bagnoli e ai siti in provincia di Potenza, Catania e Aosta. Ma secondo gli esperti anche il materiale presente nelle costruzioni è rischioso. In caso di rotture o deterioramenti il veleno si disperde nell'aria mettendo a rischio la nostra salute.
L'amianto su tetti di Roma - Per monitorare gli edifici a rischio l'Aiea, associazione italiana esposti amianto ha realizzato questo video, in cui una telecamera ad alta definizione ha sorvolato con un drone i tetti di Roma. In poco meno di un chilometri quadrati, attorno al municipio I, nel centro storico della Capitale, sono stati individuati più di 20 manufatti per i quali si sospetta la presenza dell'amianto.
La denuncia: in Italia 32mln tonnellate di amianto- La legge che vieta l'uso dell'amianto in Italia è del 1992, ma il periodo di latenza delle fibre è trentennale. Ecco perché i malati continuano a crescere e il picco è atteso nel periodo 2015-2020. Una fibra di amianto è 1300 volte più piccola del diametro di un capello e dunque viene respirata dalle persone senza che queste se ne rendano conto. Pietro Serarcangeli, presidente dell'associazione famiglie esposte all'Amianto, spiega a Sky TG24, siano ancora tantissimi edifici da bonificare e denuncia l'indifferenza che spesso si incontra nelle strutture pubbliche di fronte al problema.
Bonificati meno di 1000 siti su 30mila - Secondo la mappa del ministero, a luglio scorso ne erano stati sanati appena 832. 339 i punti parzialmente decontaminati. Ma 30mila sono ancora lì, in attesa di interventi. La concentrazione più pericolosa resta nelle fabbriche che vino a vent'anni fa lavoravano il materiale, dalla tristemente nota Eternit di Casal Monferrato, fino a Bagnoli e ai siti in provincia di Potenza, Catania e Aosta. Ma secondo gli esperti anche il materiale presente nelle costruzioni è rischioso. In caso di rotture o deterioramenti il veleno si disperde nell'aria mettendo a rischio la nostra salute.
L'amianto su tetti di Roma - Per monitorare gli edifici a rischio l'Aiea, associazione italiana esposti amianto ha realizzato questo video, in cui una telecamera ad alta definizione ha sorvolato con un drone i tetti di Roma. In poco meno di un chilometri quadrati, attorno al municipio I, nel centro storico della Capitale, sono stati individuati più di 20 manufatti per i quali si sospetta la presenza dell'amianto.
La denuncia: in Italia 32mln tonnellate di amianto- La legge che vieta l'uso dell'amianto in Italia è del 1992, ma il periodo di latenza delle fibre è trentennale. Ecco perché i malati continuano a crescere e il picco è atteso nel periodo 2015-2020. Una fibra di amianto è 1300 volte più piccola del diametro di un capello e dunque viene respirata dalle persone senza che queste se ne rendano conto. Pietro Serarcangeli, presidente dell'associazione famiglie esposte all'Amianto, spiega a Sky TG24, siano ancora tantissimi edifici da bonificare e denuncia l'indifferenza che spesso si incontra nelle strutture pubbliche di fronte al problema.