"Non ce l'aspettavamo, chiederemo l'annullamento di questa sentenza", dice il padre di Stefano a proposito dell'asssoluzione in appello dei 12 imputati per la morte del ragazzo. E ribadisce: "Mio figlio è morto per bradicardia causata da lesioni". VIDEO
"Non ce l’aspettavamo, chiederemo l'annullamento di questa sentenza, vogliamo la verità". Così ai microfoni di Sky TG24 il papà di Stefano Cucchi, Giovanni, commenta l'assoluzione in appello di tutti gli imputati per la morte del figlio.
"Stefano è arrivato all’ospedale Pertini con 49 battiti, è morto perché era bradicardico e lo era perchè aveva delle lesioni" dice poi Giovanni Cucchi, tornando sulle presunte cause del decesso del figlio, avvenute durante la custodia cautelare nella struttura romana.
Il padre di Stefano ribadisce che al figlio sono mancate in ospedale le cure necessarie a salvargli la vita e aggiunge: "Non vogliamo crocifiggere nessuno, ma permettete che come famiglia vogliamo sapere la verità".
"Noi andremo avanti in ogni maniera possibile. Andremo in Cassazione e di fronte alla Corte Europea" ha annunciato anche la sorella di Stefano, Ilaria.
E proprio oggi il presidente della Corte d'Appello di Roma, Luciano Panzani, è intervenuto per chiedere che non vi sia "nessuna gogna mediatica" sostenendo che "non c’erano le prove" per condannare gli imputati.
"Stefano è arrivato all’ospedale Pertini con 49 battiti, è morto perché era bradicardico e lo era perchè aveva delle lesioni" dice poi Giovanni Cucchi, tornando sulle presunte cause del decesso del figlio, avvenute durante la custodia cautelare nella struttura romana.
Il padre di Stefano ribadisce che al figlio sono mancate in ospedale le cure necessarie a salvargli la vita e aggiunge: "Non vogliamo crocifiggere nessuno, ma permettete che come famiglia vogliamo sapere la verità".
"Noi andremo avanti in ogni maniera possibile. Andremo in Cassazione e di fronte alla Corte Europea" ha annunciato anche la sorella di Stefano, Ilaria.
E proprio oggi il presidente della Corte d'Appello di Roma, Luciano Panzani, è intervenuto per chiedere che non vi sia "nessuna gogna mediatica" sostenendo che "non c’erano le prove" per condannare gli imputati.