Sentiti in Procura l'imprenditore vicentino e il presunto intermediario Sergio Cattozzo, arrestati nell'inchiesta che ipotizza una sistema per gestire i lavori pubblici. Dopo le accuse di Bruti Liberati, Robledo replica al Csm: "Dice il falso". VIDEO
Dopo gli interrogatori di garanzia davanti al gip, si sono tenuti in Procura a Milano le audizioni dell'imprenditore Enrico Maltauro e del presunto intermediario Sergio Cattozzo, arrestati nell'inchiesta che ipotizza una "cupola degli appalti" in Lombardia anche relativamente ad Expo.
Maltuaro ricostruisce sistema tangenti - Nell'interrogatorio col pm (durato 9 ore) Maltauro avrebbe ricostruito il sistema delle tangenti che i manager della sua società sarebbero stati costretti a pagare per vincere alcune gare. Secondo quanto riferito da fonti legali, Maltauro avrebbe ribadito di aver vissuto un'esperienza simile a "Mani pulite", l'inchiesta degli anni 90 in cui collaborò con i magistrati.
Già davanti al gip, lunedì scorso, l'imprenditore aveva ammesso i fatti "nella sua materialità', come avevano spiegato i legali, dicendo di aver versato soldi, oltre 400mila euro, in relazione ad alcuni appalti che sarebbero stati pilotati a suo favore dalla cosiddetta "cupola", di cui fanno parte Primo Greganti, Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo. Maltauro, però, ha negato di aver fatto parte dell'associazione per delinquere.
Cattozzo "ha chiarito la sua posizione" - Anche il mediatore Sergio Cattozzo, riferiscono i suoi legali Michele Ciravenna e Rodolfo Senes, "ha risposto a tutte le domande" davanti al pm Antonio Alessi e "ha chiarito il significato dei post-it" che aveva nascosto durante una perquisizione della Guardia di Finanza e su cui sarebbe stata annotata la contabilità delle tangenti versate dagli imprenditori per ottenere appalti in Expo, Sogin e nella sanità lombarda.
"Cattozzo ha chiarito la sua posizione dando delle giustificazioni congruenti. Se mi chiedete se ha confessato dico di no, ha chiarito la sua posizione", ha spiegato uno degli avvocati, che al momento non hanno presentato domanda di scarcerazione.
La "cupola" sugli appalti - L'inchiesta della procura di Milano - che la settimana scorsa ha portato a sei arresti in carcere e uno ai domiciliari - ipotizza che in Lombardia esista una "cupola per condizionare gli appalti" con appoggi e protezioni politiche e la promessa di "avanzamenti di carriera" a dirigenti e pubblici ufficiali.
Lo scontro in Procura - Sull’inchiesta pesa anche lo scontro interno alla Procura di Milano. Dopo la lettera con cui ieri 13 maggio il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati ha accusato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo di aver intralciato le indagini sull'Expo, Robledo ha scritto oggi 14 maggio a sua volta una nota al Csm nella quale, in sostanza, afferma che Bruti Liberati ha detto il falso.
"Attendo il lavoro del Csm, ma non considero che le diverse opinioni in ordine a quanto accaduto alla procura di Milano abbiano compromesso l'imparzialità di quella Procura" il commento del ministro della Giustizia Orlando.
Maltuaro ricostruisce sistema tangenti - Nell'interrogatorio col pm (durato 9 ore) Maltauro avrebbe ricostruito il sistema delle tangenti che i manager della sua società sarebbero stati costretti a pagare per vincere alcune gare. Secondo quanto riferito da fonti legali, Maltauro avrebbe ribadito di aver vissuto un'esperienza simile a "Mani pulite", l'inchiesta degli anni 90 in cui collaborò con i magistrati.
Già davanti al gip, lunedì scorso, l'imprenditore aveva ammesso i fatti "nella sua materialità', come avevano spiegato i legali, dicendo di aver versato soldi, oltre 400mila euro, in relazione ad alcuni appalti che sarebbero stati pilotati a suo favore dalla cosiddetta "cupola", di cui fanno parte Primo Greganti, Gianstefano Frigerio e Luigi Grillo. Maltauro, però, ha negato di aver fatto parte dell'associazione per delinquere.
Cattozzo "ha chiarito la sua posizione" - Anche il mediatore Sergio Cattozzo, riferiscono i suoi legali Michele Ciravenna e Rodolfo Senes, "ha risposto a tutte le domande" davanti al pm Antonio Alessi e "ha chiarito il significato dei post-it" che aveva nascosto durante una perquisizione della Guardia di Finanza e su cui sarebbe stata annotata la contabilità delle tangenti versate dagli imprenditori per ottenere appalti in Expo, Sogin e nella sanità lombarda.
"Cattozzo ha chiarito la sua posizione dando delle giustificazioni congruenti. Se mi chiedete se ha confessato dico di no, ha chiarito la sua posizione", ha spiegato uno degli avvocati, che al momento non hanno presentato domanda di scarcerazione.
La "cupola" sugli appalti - L'inchiesta della procura di Milano - che la settimana scorsa ha portato a sei arresti in carcere e uno ai domiciliari - ipotizza che in Lombardia esista una "cupola per condizionare gli appalti" con appoggi e protezioni politiche e la promessa di "avanzamenti di carriera" a dirigenti e pubblici ufficiali.
Lo scontro in Procura - Sull’inchiesta pesa anche lo scontro interno alla Procura di Milano. Dopo la lettera con cui ieri 13 maggio il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati ha accusato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo di aver intralciato le indagini sull'Expo, Robledo ha scritto oggi 14 maggio a sua volta una nota al Csm nella quale, in sostanza, afferma che Bruti Liberati ha detto il falso.
"Attendo il lavoro del Csm, ma non considero che le diverse opinioni in ordine a quanto accaduto alla procura di Milano abbiano compromesso l'imparzialità di quella Procura" il commento del ministro della Giustizia Orlando.